Mons. Becciu creato Cardinale.
Ieri sera abbiamo
saputo delle dimissioni del Cardinale Becciu. Una notizia “schock”!
Sarebbe stupido giudicare un caso di cui non conosciamo le carte. E abbiamo
imparato che le “rivelazioni” e conclusioni di giornali e siti
internet sono da prendere con la massima cautela. Ma, in fondo, la persona (con un volto da "buono") e il
caso particolari non c’interessano più di tanto. L’unica cosa sicura è che uno
dei Cardinali in carica tra i più importanti del Vaticano è stato invitato a
fare un passo indietro per un affare di corruzione. Un fatto gravissimo. Cosa
significa per la fede cristiana e la Chiesa?
Gesù ha scelto liberamente i dodici apostoli e uno di loro l’ha tradito e venduto per il prezzo di un modesto appezzamento di terreno. Anche gli altri sono comunque fuggiti nell’ora della prova che avrebbe dovuto essere l’ora della massima solidarietà.
Gesù ha
sbagliato nella scelta di Giuda? No! Gesù prende il rischio
della libertà dell’uomo, anche la più estrema. Giuda poteva essere un ottimo apostolo
assieme agli altri, ma Dio non gli ha mai tolto il combattimento spirituale e la
libertà. La Chiesa deve sempre essere a immagine del suo maestro anche in questo
campo. Scegliere la persona giusta è comunque importantissimo ma anche il candidato
migliore può un giorno tradire. Gli apostoli ne sono coscienti: “uno di voi mi tradirà!” – “Ed
essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse
io, Signore?” (Matteo 26,21.22).
Ma Gesù sulla croce giustifica tutti, offre il suo sangue per tutti. “Perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù”. (Rm 3:23-24). Così deve essere il cristiano: giustificare il peccatore. Ieri ci siamo fermati con un gruppo sul tema del perdono. Un tema delicato perché è difficile perdonare, ma anche perché farlo con vera saggezza mette in gioco dimensioni che non sempre sono chiare nel cuore dell’uomo. Giustificando l’offensore mi metto nella prospettiva giusta per esaminare la sua situazione e la mia. Ci sono due modi per farlo: comprendere le sue ragioni, guardare la situazione dal suo punto di vista, con i suoi condizionamenti, le sue debolezze e limiti. Se parto solo dalla sofferenza che mi causa l’offesa, non giustificherò mai nessuno. Il secondo metodo è quello che papa Francesco ripete volentieri: “perché lui sta in carcere e io no?” La risposta è una sola: perché il Signore mi ha messo sulla testa la sua mano bucata, altrimenti facevo quello che ha fatto lui o peggio.
Già, papa Francesco... Ma lui che parla di misericordia, quale misericordia se butta giù un Cardinale (ne ha già messo da parte più di uno) oppure fa arrestare, processare e condannare alcuni dipendenti? Papa Francesco dimostra una Chiesa che lotta coraggiosamente contro il male, anche a suo interno, anche quando costa. Questo è molto positivo e ci rende orgogliosi. Gesù per primo lotta contro il male, contro tutti i mali, FINO ALLA RADICE! Offre a tutti un giudizio di misericordia, ma denuncia e sanziona il peccato. Non sanzionare mai, come sanzionare tutto con rabbia e giudizio, non è vera misericordia, non è vero amore. Gesù, quindi, denuncia il peccato, giustifica il peccatore, offre se stesso in espiazione per i suoi peccati, gli offre una via positiva, un’opportunità per concretizzare nella vita nuova la volontà di redenzione. Di fronte alle offese, dobbiamo quindi chiedere: “Gesù cosa faresti tu al posto mio?”
C'è un altro aspetto da sottolineare, anche se abbiamo già dato una risposta con Giuda. La Chiesa di puri non esiste.
Chi è dentro la Chiesa e si impegna giorno dopo giorno per la propria
conversione lo sa. Scopre di avere lui la trave e gli altri, tutti gli altri,
semplici pagliuzze (vedi Matteo7,3 ss.; Luca 6,41 ss.). Ma la gente di fuori che
non è cosciente di avere la trave ( e molti dentro la Chiesa, in qualche modo tutti
noi…) rimane scandalizzata!!! Ed è molto
grave anche se è inevitabile che avvengano scandali, dice Gesù. Cosa fare
allora? Da una parte, cercherò di dare la migliore testimonianza possibile, di
rendere presente, vicino alla gente, un riflesso migliore della santità di Gesù.
Ma sopratutto è necessario che la Chiesa parli meno di sé, non si metta in
mostra come gruppo, e favorisca l’incontro personale di ciascuno con Gesù. Il solo
incontro con la Chiesa non salva. Quando ero in ricerca della fede,
andavo a messa ma avevo un pessimo giudizio sulla Chiesa. Stimavo soltanto
alcuni preti e in qualche modo la figura del Papa ma nessun vescovo o cardinale.
L’elezione di Giovanni Paolo II, chiamato dall’altra parte della cortina di
ferro, fu per me un grande segnale di una Chiesa libera e coraggiosa. Ma solo l’incontro
personale con Cristo risorto mi ha fatto accettarla e ha
cominciato ad aprirmi gli occhi per vedere quanto bene c'è in essa e come pormi evangelicamente di fronte al male e agli scandali al suo interno. San Francesco è stato allora ed è tuttora un maestro straordinario. La situazione ai suoi tempi era molto peggiore
di quella di adesso. C'era anche tanta polemica da parte di
movimenti ereticali, alcuni nati nella Chiesa e in seguito entrati in
conflitto aperto con essa. San Francesco aveva compreso di dover seguire la via della “minorità” e
la raccomandava a tutti, specialmente ai suoi frati. Spiritualmente è una lezione
sempre attualissima.
Poi il
Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo
la forma della santa Chiesa romana, a motivo del loro ordine, che se mi
facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta
sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e trovassi dei sacerdoti poverelli di questo
mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro
volontà. E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei
signori. E non voglio considerare in loro il peccato, poiché in essi io vedo il
Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo perché, dello stesso
altissimo Figlio di Dio nient’altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non
il santissimo corpo e il santissimo sangue suo, che essi ricevono ed essi soli
amministrano agli altri. (
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