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mercoledì 2 settembre 2020

PER CHE COSA E' STATO MANDATO GESU'? / mercoledì XXII sett. T.O.




Leggendo il Nuovo Testamento e in particolare le lettere di san Paolo vediamo che gli apostoli non organizzavano opere di carità o altro (anche se la condivisione è uno dei primi frutti dello Spirito Santo), ma annunciavano la vittoria sulla morte e la Signoria di Cristo. E aiutavano chi si era avvicinato alla fede a formarsi una mentalità nuova, conforme alla verità di Dio, vivendola concretamente nella comunione con gli altri credenti.
Anche se Paolo organizzerà una volta una colletta per le comunità colpite dalla carestia, il suo servizio essenziale e costante è quello dell’annuncio e dell’insegnamento. Lui stesso fa notare che ha battezzato solo occasionalmente, lasciando questo compito ad altri, perché Cristo non lo ha mandato a battezzare ma a predicare il Vangelo (1 Cor 1,17). Perché senza il kerigma non c'è fondamento alla Vita cristiana, non c'è la potenza di Dio, si mette da parte il suo amore che previene, si trasforma in altro, in attività solo umane. Gesù è stato mandato ad annunciare la buona notizia del Regno di Dio. L'impegno viene dopo questo incontro. 
Forse a leggere a pezzettini la Scrittura ci può sembrare che sia tutto tranquillo, come una lezione di catechismo, un incontro in parrocchia per sapere qualcosa di più sulla Bibbia. Invece evangelizzare, formare i cristiani e mantenerli nella verità è un combattimento, una lotta contro l’egoismo umano e contro il demonio, il nemico di Dio di cui Gesù è venuto a spezzare il regno.
Non  scandalizziamoci come fanno alcuni quando vedono che ci sono difficoltà e tensioni in comunità e si allontanano. Però cresciamo e lottiamo perché non sia frustrato il progetto di salvezza di Dio che vuole creare una Koinonia, una Comunione che sia esempio e germe del Regno di Dio per tutti quelli che sono fuori dalla Chiesa. Vigiliamo per non cadere nella trappola dell’invidia e della discordia. Purifichiamo e fortifichiamo la nostra fede per rimanere nella verità sempre più pura del Vangelo, potendo rendere conto a tutti della speranza che è in noi. Un segno chiaro che il Signore mi guarisce dalla febbre delle passioni umane è quando mi metto umilmente a servire come ha fatto la suocera di Pietro.

Prima Lettura   1 Cor 3, 1-9
Noi siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?
Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso.
Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 32 
Beato il popolo scelto dal Signore.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.
Dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
 
Canto al Vangelo 
  Lc 4,18
Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 4, 38-44
È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

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