Leggendo il Nuovo Testamento e in particolare le
lettere di san Paolo vediamo che gli apostoli non organizzavano opere di carità
o altro (anche se la condivisione è uno dei primi frutti dello Spirito Santo), ma
annunciavano la vittoria sulla morte e la Signoria di Cristo. E aiutavano chi
si era avvicinato alla fede a formarsi una mentalità nuova, conforme alla verità
di Dio, vivendola concretamente nella comunione con gli altri credenti.
Anche se Paolo organizzerà una volta una colletta per
le comunità colpite dalla carestia, il suo servizio essenziale e
costante è quello dell’annuncio e dell’insegnamento. Lui stesso fa notare che ha battezzato solo occasionalmente, lasciando questo compito ad altri, perché Cristo non lo ha mandato a
battezzare ma a predicare il Vangelo (1 Cor 1,17). Perché senza il kerigma non c'è
fondamento alla Vita cristiana, non c'è la potenza di Dio, si mette da parte il suo amore che previene, si trasforma in altro, in attività solo umane. Gesù è stato mandato ad annunciare la buona notizia del Regno di Dio. L'impegno viene dopo questo incontro.
Forse a leggere a pezzettini la Scrittura ci può sembrare
che sia tutto tranquillo, come una lezione di catechismo, un incontro in
parrocchia per sapere qualcosa di più sulla Bibbia. Invece evangelizzare,
formare i cristiani e mantenerli nella verità è un combattimento, una lotta contro
l’egoismo umano e contro il demonio, il nemico di Dio di cui Gesù è venuto a
spezzare il regno.
Non scandalizziamoci come fanno alcuni quando vedono
che ci sono difficoltà e tensioni in comunità e si allontanano. Però cresciamo
e lottiamo perché non sia frustrato il progetto di salvezza di Dio che vuole creare
una Koinonia, una Comunione che sia esempio e germe del Regno di Dio per tutti quelli
che sono fuori dalla Chiesa. Vigiliamo per non cadere nella trappola dell’invidia
e della discordia. Purifichiamo e fortifichiamo la nostra fede per rimanere nella
verità sempre più pura del Vangelo, potendo rendere conto a tutti della speranza
che è in noi. Un segno chiaro che il Signore mi guarisce dalla febbre delle passioni umane è quando mi metto umilmente a servire come ha fatto la suocera di Pietro.
Prima
Lettura 1 Cor 3, 1-9
Noi siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Noi siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?
Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso.
Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Beato il popolo scelto dal Signore.
Beata
la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.
Dal
trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere.
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere.
L’anima
nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Canto al Vangelo Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
Vangelo Lc 4, 38-44
È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Canto al Vangelo Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
Vangelo Lc 4, 38-44
È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
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