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domenica 20 settembre 2020

PENSIERI SU UNA VIGNA E DEGLI OPERAI / XXV Dom T.O. A

Padri bianchi a Gerusalemme. "La conversione al cristianesimo è un atto di "libera e spontanea volontà, non potendo credere se non chi lo vuole" Sant'Agostino.

Per il Signore la differenza più importante con noi non è nella potenza ma nella misericordia. Lui è misericordioso noi no, lui sa l’efficacia della misericordia noi non abbiamo fiducia in essa, lui ama noi non sappiamo amare. È molto importante che comprendiamo ciò che conta per il Signore, anche perché questa distanza tra lui e noi, per quanto grande, lui la vuole colmare.

La parabola degli operai dell’ultima ora non intende dirci come fare le leggi sociali, le retribuzioni. Sarebbe bellissimo, ma per arrivare ad applicare nella società quello che succede in quella vigna del Vangelo bisognerebbe infatti fare un cammino infinito. Ma quanto succede in quella vigna è ciò che accade a livello spirituale. È lo spirito nel quale dobbiamo camminare in allegria verso il cielo: Dio ci invita sempre a cominciare, a ricominciare, ad entrare nel cammino della Vita, a guardare al positivo, a far fiducia a Dio e quindi a noi stessi e agli altri, a prendere la gratuità come criterio della vita.

Il padrone della vigna rimprovera agli operai della prima ora di essere invidiosi. In confessione nessuno si accusa di peccati contro l’ambiente, né di invidia. I peccati contro l’ambiente, poco a poco, li vedremo e li confesseremo. I peccati di invidia non so. Perché è un peccato troppo stupido. Per ogni peccato trovi chi ti giustifica, ti batte le mani: fai bene a pensare a te stesso, a soddisfare le tue voglie, a mostrare orgoglio, ecc. Ma essere invidiosi è da puri sconfitti. Per questo il peccato di invidia è insieme così diffuso e così nascosto.

Santa Teresina si sentiva privilegiata e si chiedeva perché altri avevano ricevuto molto di meno. E ha compreso che il Signore vuole colmare tutte le sue creature. La tazzina contiene molto meno del boccale, ma se sono colmi tutti e due non possono desiderare di più, la loro felicità è piena in modo uguale. Anche perché in paradiso tutto è di tutti. I meriti e l'amore della Vergine Maria saranno miei come sarà di lei e saremo insieme di Cristo e di Dio.

Il Cardinale Lavigerie, fondatore dei Padri Bianchi che conosciamo, arrivando come vescovo di Algeri, voleva evangelizzare anche i musulmani e farlo con rispetto, con i metodi evangelici. E diceva: “vedete la mia figura con la mitria in testa, adesso col braccio metto sopra la mia testa anche il bastone pastorale: tutto questo dovrà scomparire nelle fondamenta della nuova Chiesa di Africa del Nord!” Con questo spirito di annientamento, di dedizione senza tornaconto personale, egli ha iniziato la sua opera e … ha visto frutti genuini di conversioni molto rapidamente in Kabilia, ecc. Questo è lo spirito che devi avere in comunità: non zero, ma sotto zero. 

 

Prima Lettura  Is 55, 6-9
I miei pensieri non sono i vostri pensieri.

Dal libro del profeta Isaia
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 144

Il Signore è vicino a chi lo invoca.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Seconda Lettura
  Fil 1,20c-24.27a
Per me vivere è Cristo

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési.
Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.

Canto al Vangelo 
  Cf At 16,14b
Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

   

Vangelo  Mt 20, 1-16
Sei invidioso perché io sono buono?

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

 


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