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giovedì 3 settembre 2020

LA RICOMPENSA DI CHI NON SI ILLUDE / San Gregorio Magno, 3 settembre



“Nessuno si illuda”…  “La sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio” … “i progetti dei sapienti sono vani”
San Paolo non esitava nella sua valutazione della società e quindi dell’ambiente nel quale erano cresciuti i cristiani di origine pagana. Perché questo è il problema: aiutare i cristiani a distaccarsi dalle loro mentalità e abitudini precedenti e a cercare solo in Cristo le ragioni del vivere e i punti di riferimenti del pensare. Quanto questo lavoro è necessario oggi! A volte è più difficile nella misura in cui uno crede di essere stato educato in una mentalità cristiana. Bisogna essere ancora più attenti nel discernimento e andare fino alla radice! De-costruire per ricostruire in un secondo tempo.
Nel brano di oggi Paolo non attacca il paganesimo come religione, ma la pretesa dell’intelligenza, molto cara ai greci, di raggiungere la verità. E lui dice che la verità è la croce di Cristo, è la sua umiliazione, il cercare l’ultimo posto, il dare la vita gratuitamente senza cercare ricompensa o tornaconto in questo mondo, perché conta l’essere come Dio, non il successo terreno, conta il Padre tuo che vede nel segreto. Tutto il resto è stoltezza, perdita di tempo e grande pericolo spirituale. Senza la grazia, l'intelligenza non arriva alla croce!
Infatti i cristiani di Corinto, ancora entusiasti dell’incontro con Cristo e coscienti di far parte di un’era nuova che spunta come un’aurora per tutta l’umanità, sono però ancora impregnati della mentalità del mondo e la trasportano all’interno della Chiesa. E san Paolo li mette in guardia: “rinnega tutto questo e fatti stolto per essere davvero sapiente!”
Questa “stoltezza” dell’amore di Dio offre però immediatamente frutti stupendi: Dio mi accoglie come figlio, non mi ha mai giudicato e non mi giudica. Chi mi guida è un servo anche lui e un fratello. A condizione di essere di Cristo. E Cristo è il santo Servo di Dio. Devo appoggiarmi alla sua parola. Pietro ha toccato con mano questi frutti quando si è appoggiato alla parola di Gesù contro la sua sapienza ed esperienza di pescatore, quando si è fatto stolto: ha fatto una pesca miracolosa e la sua vita è cambiata. Questo avvenimento lo ha toccato nel profondo del suo cuore: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore»

Prima Lettura   1 Cor 3, 18-23
Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani».
Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.   

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 23
Del Signore è la terra e quanto contiene.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Canto al Vangelo
    Mt 4,19
Alleluia, alleluia.

Venite dietro a me, dice il Signore,
vi farò pescatori di uomini.
Alleluia.


Vangelo   Lc 5, 1-11
Lasciarono tutto e lo seguirono.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

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