Oggi
ci saranno i funerali della ragazza diciottenne di Caivano (NA) nella parrocchia
dell’amico fraterno don Maurizio Patriciello, nella terra dei fuochi. È morta
perché speronata con la moto dal fratello che non sopportava la sua relazione
con un ragazzo che presentano come trans gender.
Questa
tragedia presenta per noi due punti di riflessione:
1. Primo: Aggredita con violenza e forse con la volontà di
uccidere perché diversa dai miei valori. Questo ci riporta a tanti
altri atti di violenza dei nostri giorni, tra cui purtroppo la recentissima uccisione
di Willy Duarte. Come cristiani ripetiamo senza esitazione alcuna: “ALL LIVES
MATTER!” “lōʾ ttirəẕāẖ – non ucciderai”. L’Italia è stato
uno dei primi paesi a sopprimere la pena di morte, prima della Francia!
Ma non basta una legge. Su questo il Cardinale Hollerich,
Presidente dei vescovi europei,
ha dato questa risposta illuminante:
“Odiano perché pensano che per resistere si debba
odiare. È la loro esperienza di vita. Noi
dobbiamo far capire invece che non è vero. Che la criminalità distrugge il loro
stesso avvenire. È vero, ci troviamo di fronte a nuove forme di barbarie. Per
questo, ai giovani della mia diocesi ho provato a parlare di virtù. Può
sembrare una parola di un’altra epoca ma per
essere felici bisogna saper scegliere il bene e farlo con tutto il cuore.
L’odio porta sempre alla morte e non soltanto alla morte dell’altro ma anche
alla morte di se stessi. Ma questo è un discorso che ci chiama dentro tutti. Abbiamo
consegnato ai nostri giovani un mondo dove l’economia ha preso tutto lo spazio.
Chi è rimasto ai margini dello sviluppo economico, non vede più senso alla propria
vita e a quello che fa. Bisogna quindi dire basta anche a quelli che
mettono al centro del loro pensiero e del loro agire soltanto il profitto
economico e non la persona umana”.
Aggiungerei che la violenza non riguarda solo chi è rimasto ai margini dello sviluppo come nella zona di Caivano, imprigionati – con i roghi tossici e i vari sversamenti illegali di rifiuti, ma non solo - in una logica di profitto di alcuni nel disprezzo totale della vita degli altri. Tutti, sopratutto i giovani, devono resistere in un mondo che non li accoglie e non li inserisce in un tessuto umano degno di questo nome e molti pensano che l’unico modo per “resistere – esistere” è odiare chi rappresenta un ostacolo. Infatti ciò che uccide lo spirito, anche dei figli di “famiglie per bene” è la mancanza di speranza, perché manca la fede in Dio che mi ama e mi salva, e mancano i valori diffusi che rendono un tessuto sociale vivibile e stimolante. Posso “rendere presente la speranza” con una iniziativa sana, con un progetto di vero sviluppo, ma se alla base non c'è la speranza in Dio che vince la morte, ci sarà sempre la prospettiva della dissoluzione finale, l’agonia costante della prospettiva della morte che soffocherà la vita, la renderà insignificante, renderà discutibile e relativo ogni valore, ogni ordine che accomuna, ogni necessario servizio di autorità. In quel caso rimane solo il “Carpe diem”, l’unico valore è ciò che mi da emozioni positive, ciò che mi fa stare bene adesso. Ma ridurre la vita a questo è un impoverimento e un inganno profondo.
2. Secondo: Nel caso di Maria Paola di Caivano c'è il
particolare del fidanzato trans gender. Il Vangelo implica in modo assoluto il
rispetto di ogni persona, la rinuncia alla violenza, all’aggressione. “Tutto
quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.” (Matteo 7,12; vedi Luca 6,31). Nessuno vorrebbe
essere speronato da dietro quando sta in motorino, anche col solo rischio di
cadere sull’asfalto.
Ma cosa pensare sul piano oggettivo? Ho conosciuto un ragazzo con problemi di ermafroditismo. Cioè il suo corpo mostrava sia segni maschili che femminili. Su consiglio di un sacerdote ha fatto il necessario per raggiungere pienamente anche l’aspetto esteriore del suo vero sesso che, in questo caso, era il sesso maschile. Ed è stata una grande liberazione. Spesso queste persone rimangono sterili, ma da uomo può legittimamente fidanzarsi e sposarsi con una donna che accetta la sua storia. Se fosse stato dichiarato femmina alla nascita, per la legge avrebbe cambiato sesso, diventando trans gender, mentre in realtà raggiungeva solo la sua vera identità. È chiaro che, in ogni caso, a livello emotivo personale e dei rapporti familiari e sociali, quel cambiamento può non essere sempre facile da vivere. Ma anche altre storie di coppia o di crescita personale non sono facili. Ogni situazione è commisurata con le personalità particolari. Ci sono persone che non hanno problemi di identità sessuale, ma sono condizionate nella loro vita affettiva e sessuale da traumi vissuti o dalla loro educazione. La Chiesa mantiene però sul piano oggettivo quello che ci insegna la Bibbia per il bene del genere umano. Siamo creati maschio o femmina, e non si può equiparare le coppie eterosessuali stabili con altri tipi di coppie basandosi solo su una scelta soggettiva o di soli sentimenti. Quindi se il rispetto della dignità di ogni persona è un assoluto, e il cammino della santità e dello sviluppo umano è possibile per tutti, questo non significa che si può fare “ingegneria sociale”, relativizzare o cambiare le strutture sociali a piacimento senza conseguenze negative. In un paese come l’Italia che sta già in rapido declino demografico e che, giustamente, non si vuole consegnare totalmente all’immigrazione, il buon senso dice che non c'è altra soluzione che di aiutare le famiglie naturali che fanno nascere e crescere figli. Questo non è un giudizio, né una discriminazione.
Preghiamo per tutti gli attori di questo dramma di Caivano, e per noi perché "sappiamo sempre rendere testimonianza della speranza che è in noi" e renderla presente con il nostro comportamento, le nostre iniziative...
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