« Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Perché sei cristiano? Perché il Signore ti ha chiamato alla vita cristiana. Perché ti ha chiamato? Perché sei un peccatore. Da lì non si scappa.
Tanti sono “nati in chiesa”, dicono che sono sempre stati
cristiani… Invece i Padri dicevano bene che “non si nasce cristiani, lo si
diventa”. Anche se ho avuto la grande grazia di essere battezzato a pochi mesi,
portato alla Chiesa da genitori credenti, devo incontrare ancora coscientemente Cristo e aderire liberamente a lui. Ma questo
significa conversione, cambiamento, rovesciamento di impostazione della mia vita.
Santa Chiara d’Assisi parla della sua conversione a 17 anni. La mamma era una cristiana
molto consapevole e impegnata e fin da bambina Chiara l’aveva sempre seguita nelle
preghiere e nelle opere verso i bisognosi. Ma a 17 anni ha avuto la grazia di
comprendere che il Signore la chiamava (amava) per nome a non vivere più per se
stessa ma per lui che era morto e risorto anche per lei.
È difficile vivere in questa dimensione: peccatori “misericordiati”,
peccatori e santi insieme. C'è chi si nasconde o trema di fronte al suo peccato
e il demonio ne approfitta per dirgli che è umiltà e tarpargli le ali, mentre “Dio infatti non ci ha
dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2 Timoteo 1,7). Se san Paolo lo ricorda a Timoteo
è perché sicuramente doveva lottare contro questa tentazione. La maggior parte
delle persone che vivono in modo umano e non spirituale, invece, scelgono di
proclamarsi (quasi) senza peccato. Infatti, abbiamo tendenza a considerarci o solo
peccatori o solo santi. C'è chi entra in comunità “per comodità”, cercando un
gruppo di amici, o altro del genere, non pensando di aver bisogno di
conversione o non volendo convertirsi. C'è anche chi, come dice l’espressione
napoletana, entra de sicc’ e poi si pone
de chiatt’, entra nella comunità cristiana tutto umile, consapevole di essere
stato misericordiato e dopo poco lo dimentica e comincia a far largo al proprio
“Ego”, da “proprietario”, come se non avesse ricevuto gratuitamente i doni e la
missione che gli sono stati conferiti. San Paolo ricorda alla problematica comunità
di Corinto: “Chi dunque ti ha dato questo
privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto,
perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?” (1 Cor 4:7). Almeno altre quindici volte nelle sue lettere, san
Paolo usa questo termine “ricevuto” nel senso della gratuità dei doni divini.
Grande è Matteo nel passare dal peccato al seguire Gesù
fino alla croce, a morire per lui. È grande anche nell’accusare se stesso. Nel suo
Vangelo, Matteo chiama se stesso col proprio nome. Luca nel suo Vangelo lo
chiama Levi, usando il nome meno conosciuto, per non evidenziare il suo passato
oscuro ai primi cristiani. Finezza di carità fraterna.
Prima
Lettura Ef 4, 1-7. 11-13
Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I
cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza
linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
ti acclama il coro degli apostoli.
Alleluia.
Vangelo Mt 9, 9-13
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto
al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori
e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i
farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme
ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non
sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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