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lunedì 11 marzo 2024

SE NON VEDETE SEGNI E PRODIGI, VOI NON CREDETE! / Lunedì IV sett. Quaresima 2024.


Collegando prima lettura e Vangelo probabilmente vediamo un annuncio di guarigioni fisiche, di benessere personale e sociale. Ed è così. Ma rischieremmo di perdere un aspetto, una frase, una reazione di Gesù, breve, tagliente, diciamolo: antipatica. Gesù è (anche) antipatico. Se fosse stato un bonaccione, sempre pronto a distribuire grazie, a dare la pacca sulla spalla, a dire che “tanto Dio è buono e ti ama così come sei e quindi non hai bisogno di convertirti”, mica l’avrebbero crocifisso. 

Qual è questa frase fuori luogo? : «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ricordiamo la scena. Un uomo, un padre, ha un figlio che sta morendo. Va da Gesù pieno di angoscia, non per fare una discussione teologica ma per scongiurare la morte del suo figlio. Che modi sono questi di rispondergli: “Voi non credete”? Preso male potrebbe sembrare: Tu sei uno di quelli che non capiscono nulla, non vali nulla, non m’interessi, non farmi perdere tempo…

Invece gli dice una verità - difficile da comprendere ma fondamentale - Dio sta con te anche nella malattia e nella morte. Sono venuto affinché abbiate la pace, non quella che dà il mondo ma quella che viene da Dio e vi farà vivere “sempre liberi dal peccato e da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la vostra speranza”. Guarda verso Dio e non più alla tua angoscia. 

Ma davanti alla supplica di questo padre, Gesù “si arrende”, scende al livello di quest’uomo dopo aver però seminato in lui un seme di vita eterna. I "segni" sono fatti per andare oltre!


Prima Lettura   Is 65, 17-21  Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:

«Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo.

Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia. Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza, poiché il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto. Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 29 Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato e non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera è ospite il pianto e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. 


Canto al Vangelo    Am 5,14  Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo   Gv 4, 43-54 Va', tuo figlio vive.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.

Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.

Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.

Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.


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