Visualizzazioni totali

sabato 9 marzo 2024

IL DECRETO SU TREVIGNANO ROMANO E IL GIUDIZIO DEI SANTI / sabato III sett. di Quaresima 2024.

Trevignano Romano
sul lago Bracciano.

Il vescovo di Civita Castellana ha emesso un decreto sui fenomeni di Trevignano, “la Madonna che moltiplica pizze e gnocchi”: non c'è nulla di soprannaturale. Non ci voleva molto per rendersi conto che era una bufala e una truffa. Chi mi manda la notizia mi risponde però che andare piano e sicuro è anche un segno di serietà e va bene così. E io concordo pienamente con la prudenza ufficiale. Ma ci sono comunque dei segni che si possono cogliere subito e aiutano a stare prudentemente alla larga da fenomeni dubbi. 

A Roma una suora aveva fama di santità e di essere favorita da grazie celesti speciali. Il Papa venne a saperlo e mandò san Filippo Neri a farsi un’opinione. Era piovuto molto e Filippo Neri ebbe l'idea di imbrattarsi bene, bene le scarpe. Bussò al convento. “Oh, un sacerdote! - disse la portinaia - in cosa posso esserle utile Padre?” - “Sono don Filippo Neri, mi manda Sua Santità per avere un colloquio con la suora santa!” - “Oooh! Il Papa! Che onore! La suora santa! Ma certamente padre, s’accomodi, vado subito a dirlo alla Superiora.” Filippo Neri si mise ad aspettare in parlatorio. Dopo poco arrivò la “santa” con far mistico… “Mi benedica Padre… “ - "Buongiorno sorella. Volevo chiederle innanzitutto un piacere. Vede, mi sono sporcato tanto le scarpe. Mi farebbe la grazia di pulirmele?” - “Cosa?!?! Chiedere a me di pulirle le scarpe! Sono una consacrata, non una serva!” - “Va bene, sorella, riferirò al Santo Padre, la saluto”. E finì tutto lì. 

Ecco un altro fatto, tratto da “Il racconto del Pellegrino”, l’autobiografia di sant’ Ignazio di Loyola. Appena convertito egli vive ormai di mendicità ma riesce a partire per la Terra Santa, convinto interiormente che il Signore vuole che si fermi a vivere lì. Lo dice al guardiano del convento francescano che rimanda la decisione al Padre Provinciale.

“Il giorno prima della partenza dei pellegrini, vengono a chiamarlo da parte del padre Provinciale, che era ormai giunto, e del padre Guardiano. Il Provinciale con parole cortesi gli disse che aveva saputo del suo fervoroso desiderio di fermarsi in quei luoghi santi, e aveva considerato attentamente la cosa. Ma tenendo presente l'esperienza che aveva di altri casi, riteneva che non fosse opportuno. Già molti avevano avuto lo stesso desiderio, ma alcuni erano stati uccisi, altri imprigionati, e i suoi religiosi avevano poi dovuto pagare il riscatto. Pertanto, doveva prepararsi a partire, il giorno dopo, con gli altri pellegrini. Egli ribatté che la sua decisione era irremovibile, e riteneva di non poter desistere dall'attuarla per nessuna ragione. Lasciava così capire che era per lui un impegno di coscienza non desistere dal suo proposito per nessun timore (di morte o di prigionia), anche se il padre Provinciale non era del parere; a meno che lo obbligasse sotto pena di peccato.

Allora il Provinciale dichiarò che essi avevano ricevuto dalla Sede Apostolica l'autorità di far partire o lasciar restare, a loro giudizio, e anche di scomunicare chi non voleva obbedire. Nel suo caso, appunto, essi giudicavano che non doveva rimanere, eccetera.

Voleva anche mostrargli le Bolle in virtù delle quali erano autorizzati a scomunicarlo; ma egli disse che non aveva bisogno di vederle: credeva senz'altro alle loro reverenze, e dal momento che avevano giudicato così in forza dell'autorità che avevano, avrebbe loro obbedito”. 

Sant’Ignazio riferisce delle sue imperfezioni all’inizio del suo cammino di conversione ma subito come frutto dello Spirito c'è la sua docilità generale a Dio e, in particolare la sua obbedienza alla Chiesa. Senza umiltà e obbedienza è sicuro che non è presente lo Spirito Santo. Il Vangelo di oggi, del Pubblicano al Tempio (Luca 18,9-14) coincide con il nostro discorso. Poi ci sono altri segni che permettono anch’essi una valutazione. 

Infine ricordo che le apparizioni, ecc., non sono per nulla necessarie. E quando ci sono, è la Chiesa che ne giudica l’autenticità, e non i messaggi della Madonna che giudicano la Chiesa. Alla signora Gisella mancano tutti i segni di autenticità.


Nessun commento:

Posta un commento