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martedì 19 marzo 2024

SAN GIUSEPPE, AUDACE NELL'UMILIARSI E MITE CON CHI HA SBAGLIATO / San Giuseppe, 19 marzo 2024.


Nella prima lettura e nel Vangelo c'è un aspetto comune: Dio ti cambia la vita e anche molto. 

Davide è quell’ultimo figlio, ancora ragazzo. Iesse, suo padre, quando sa che viene Samuele intuisce che si tratta di una cosa importante e convoca tutti i suoi giovanotti, atletici e atti a combattere, e dimentica Davide. Ma Samuele lo fa chiamare e unge proprio lui re d'Israele (1 Sam. 16,4-13). Da pastorello che non conta nella famiglia, brillerà come una stella, diventerà re, difensore e pastore del popolo di Dio . Ecco che verso la fine della sua vita travagliata, grato per tanti benefici e tanta misericordia, Davide vuole costruire un Tempio al Signore ma Dio glielo rifiuta. Eppure questa umiliazione reale non è mancanza di generosità da parte di Dio: un suo discendente sarà il Figlio di Davide atteso che regnerà per sempre!

Nel Vangelo Giuseppe è sconvolto perché visibilmente è stato tradito da Maria sua sposa prima ancora che andassero a vivere insieme. Maria non dice nulla, ma sembra così felice, ha trovato un amore più grande ed è persino incinta. Giuseppe è ridotto a nulla. Non ha più futuro. Eppure vuole proteggere Maria anche a costo di passare per debole agli occhi dei paesani. Quando però sa che è un progetto di Dio, egli entra con tutta la sua volontà nella missione che gli viene affidata. Ecco la grandezza di Giuseppe: forte nelle rinunce e nelle umiliazioni per poter essere mite con chi ha sbagliato, e forte nell’azione a servizio di Dio, pronto al cambiamento dei suoi piani. Chi non accetta che Dio gli cambi la vita, chi non vuole camminare su strade sconosciute, non può essere discepolo di Gesù.

Unendo nella fede in Dio, audacia, determinazione e mitezza, tenerezza, Giuseppe è veramente il modello del Padre.


Prima Lettura  2 Sam 7,4-5.12-14.16  Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre.

 Dal secondo libro di Samuèle  

In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:

«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.

Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.

La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». 

   

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 88  In eterno durerà la sua discendenza.

Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: «È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele». 


Seconda Lettura   Rm 4,13.16-18.22  Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  

Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.

Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.

Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. 


Canto al Vangelo   Sal 83,5  Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio. Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia. Beato chi abita nella tua casa, Signore: senza fine canta le tue lodi. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.

Vangelo  Mt 1,16.18-21.24a  Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Dal vangelo secondo Matteo

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.


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