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martedì 26 marzo 2024

CORRERE TENENDO FISSO LO SGUARDO SU GESÙ: MEDITARE LA PASSIONE / Martedì Santo 2024.


La maggior parte delle persone è profondamente schiava delle “preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, che soffocano la Parola e questa rimane senza frutto”. (Marco 4, 19). S
i rivolgono a Dio solo per ottenere la soluzione ad un loro problema terreno, affettivo, di soldi, di integrazione nel gruppo o nella società, ecc. Ed è questo problema che occupa il centro dei loro pensieri.

Quando si parla di contemplazione, approfondimento della Parola, non hanno tempo, hanno altre urgenze oppure temono che sia “angelismo”, rifiuto di impegnarsi a costruire un mondo migliore o lottare contro le ingiustizie. Si dice: la Chiesa e ogni cristiano devono servire! È molto difficile far comprendere che solo con Cristo al centro della vita si possono risolvere i problemi e trovare la felicità.

Gesù passò 40 giorni e notti nel deserto, passava notti in preghiera o si alzava presto per pregare, rimproverò Marta perché si lasciava prendere tutta dai molti servizi. È vero che molte persone non hanno molte possibilità di allontanarsi per pregare in solitudine o approfondire la conoscenza della Parola di Dio. Ma bisogna anche saper prendere il tempo, fare scelte, comprendere ciò che è essenziale, comprendere che senza Dio si va alla deriva, che Dio trasforma la vita e la fa crescere. Dubito moltissimo che una vita possa essere davvero riuscita e felice senza coltivare il rapporto con Dio. Piuttosto chi è senza Dio si riempie di cose, di nevrosi, si attacca al denaro o agli affetti e rimane sempre più frustrato. Comunque, dopo viene la morte. Ora “quale vantaggio c'è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?” (Marco 8, 36). In ogni caso bisogna trovare il modo, anche nell’attività di tenere “fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede”, perché egli è il senso e la misura di tutto, è la via che deve percorrere ogni cristiano che desidera riuscire la sua vita e vederla fiorire nell’eternità del Regno di Dio. E, come vediamo dalla lettura tratta da Ebrei 12, il conoscere intimamente Gesù e rimanere in comunione con lui non è "angelismo" ma genera conseguenze molto concrete per la vita quotidiana.  


Camminiamo con lo sguardo fisso su Gesù

Dalla lettera agli Ebrei 12, 1-13

Fratelli, circondati da un così gran numero di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di se una così grande ostilità da parte dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo.

Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli:

Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio (Pro 3,11-12).

È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, allora siete degli illegittimi non dei figli! Del resto, noi come correttori abbiamo avuto i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre degli spiriti, per avere la vita? Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come loro sembrava bene; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità. In verità, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite (Is 35,3) e fate passi diritti con i vostri piedi, perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.


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