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sabato 30 marzo 2024

"IN PREGHIERA CON GESÙ SULLA VIA DELLA CROCE" 2/4 STAZIONI 5-8 TESTO DELLA VIA CRUCIS DEL COLOSSEO 2024.


5. Gesù viene aiutato dal Cireneo

Mentre [i soldati] lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù (Lc 23,26).

Gesù, quante volte, davanti alle sfide della vita, presumiamo di farcela da soli! Com’è difficile chiedere una mano, per paura di dare l’impressione di non essere all’altezza, noi sempre attenti ad apparire bene e a metterci in bella mostra! Non è facile fidarsi, ancor meno affidarsi. Ma chi prega sa di essere bisognoso e tu, Gesù, sei abituato ad affidarti nella preghiera. Così non disdegni l’aiuto del Cireneo. Esponi le tue fragilità a lui, un uomo semplice, un contadino al ritorno dai campi. Grazie perché, facendoti sostenere nel bisogno, cancelli l’immagine di un dio invulnerabile e distante. Non sei inarrestabile nel potere, ma invincibile nell’amore, e ci insegni che voler bene significa soccorrere gli altri proprio lì, nelle debolezze di cui si vergognano. Allora le fragilità si trasformano in opportunità. È accaduto al Cireneo: la tua debolezza gli ha cambiato la vita e lui si accorgerà un giorno di aver soccorso il suo Salvatore, di essere stato redento mediante quella croce che ha portato. Perché anche la mia vita cambi, ti prego, Gesù: aiutami ad abbassare le difese e a lasciarmi amare da te: lì, dove più mi vergogno di me.

Preghiamo dicendo: Guariscimi, Gesù!

Da ogni presunzione di autosufficienza  Guariscimi, Gesù!

Dal pensare di farcela senza te e senza gli altri   Guariscimi, Gesù!

Dalle smanie del perfezionismo   Guariscimi, Gesù!

Dalla ritrosia nell’affidarti le mie miserie   Guariscimi, Gesù!

Dalla fretta di fronte ai bisognosi che incontro nel cammino   Guariscimi, Gesù!


6. Gesù riceve conforto dalla Veronica che gli asciuga il volto

Sia benedetto Dio […] Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione […]. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione (2 Cor 1,3-5).

Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze. Ma, mentre tanti urlano e giudicano, una donna si fa strada in mezzo alla folla. Non parla: agisce. Non inveisce: s’impietosisce. Va controcorrente: sola, con il coraggio della compassione, rischia per amore, trova il modo di passare tra i soldati solo per darti sul volto il conforto di una carezza. Il suo gesto passerà alla storia ed è un gesto di consolazione. Quante volte invoco consolazione da te, Gesù! Ma la Veronica mi ricorda che pure tu ne hai bisogno: tu, Dio vicino, chiedi la mia vicinanza; tu, mio consolatore, vuoi essere consolato da me. Amore non amato, anche oggi cerchi tra la folla cuori sensibili alla tua sofferenza, al tuo dolore. Cerchi veri adoratori, che in spirito e verità (cfr Gv 4,23) rimangano con te (cfr Gv 15), Amore abbandonato. Gesù, accendi in me il desiderio di stare con te, di adorarti e consolarti. E fa’ che, nel tuo nome, io sia consolazione per gli altri.

Preghiamo dicendo: Rendimi testimone della tua consolazione

Dio di misericordia, vicino a chi ha il cuore ferito   Rendimi testimone della tua consolazione

Dio di tenerezza, che ti commuovi per noi    Rendimi testimone della tua consolazione

Dio di compassione, che detesti il disinteresse    Rendimi testimone della tua consolazione

Tu, che ti rattristi quando punto il dito contro gli altri   Rendimi testimone della tua consolazione

Tu, che non sei venuto a condannare ma a salvare   Rendimi testimone della tua consolazione


7. Gesù cade ancora sotto il peso della croce

[Il figlio minore] ritornò in sé e disse: […] Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato […]. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato […]; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse […]: “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,17-18.20-22.24)

Gesù, la croce pesa: porta il carico della sconfitta, del fallimento, dell’umiliazione. Lo capisco quando mi sento schiacciato dalle cose, bersagliato dalla vita e incompreso dagli altri; quando avverto il peso eccessivo e snervante della responsabilità e del lavoro, quando sono compresso nella morsa dell’ansia, assalito dalla malinconia, mentre un pensiero soffocante mi ripete: non ne esci, stavolta non ti rialzi. Ma c’è di peggio. Mi accorgo che tocco il fondo quando ci ricasco: quando ricado nei miei sbagli, nei miei peccati, quando mi scandalizzo degli altri e poi mi accorgo che non sono diverso. Non c’è niente di peggio che essere delusi di sé stessi, schiacciati dal senso di colpa. Ma tu, Gesù, sei caduto più volte sotto il peso della croce per starmi vicino quando ricado. Con te la speranza non finisce mai e dopo ogni caduta si risale, perché quando sbaglio non ti stanchi di me, ma ti fai più vicino a me. Grazie perché mi attendi; grazie perché ricado tante volte e mi perdoni infinite volte: sempre. Ricordami che le cadute possono diventare momenti cruciali del cammino, perché mi portano a capire l’unica cosa che conta: che ho bisogno di te. Gesù, incidimi nel cuore la certezza più importante: che mi rialzo davvero solo quando tu mi rialzi, quando mi liberi dai peccati. Perché la vita non ricomincia dalle mie parole, ma dal tuo perdono.

Preghiamo dicendo: Rialzami, Gesù!

Quando, paralizzato dalla sfiducia, provo tristezza e sconforto   Rialzami, Gesù!

Quando vedo la mia inadeguatezza e mi sento inutile  Rialzami, Gesù!

Quando prevalgono la vergogna e la paura di non farcela   Rialzami, Gesù!

Quando sono tentato di perdere la speranza   Rialzami, Gesù!

Quando dimentico che la mia forza sta nel tuo perdono   Rialzami, Gesù!


8. Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui (Lc 23,27).

Gesù, chi ti segue fino alla fine lungo la via della croce? Non i potenti, che ti aspettano sul Calvario, non gli spettatori che stanno lontano, ma le persone semplici, grandi ai tuoi occhi e piccole a quelli del mondo. Sono le donne, a cui hai dato speranza: non hanno voce ma si fanno sentire. Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze. Gesù, le donne che incontri si battono il petto e fanno lamenti su di te. Non si piangono addosso, ma piangono per te, piangono sul male e sul peccato del mondo. La loro preghiera fatta di lacrime arriva al tuo cuore. E la mia preghiera sa piangere? Mi commuovo davanti a te, crocifisso per me, davanti al tuo amore mite e ferito? Piango le mie falsità e la mia incostanza? Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie? Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare? Tu, Gesù, hai pianto su Gerusalemme, hai pianto sulla durezza del nostro cuore. Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo.

Preghiamo dicendo: Gesù, sciogli il mio cuore indurito

Tu che conosci i segreti del cuore   Gesù, sciogli il mio cuore indurito

Tu che ti rattristi davanti alla durezza degli animi   Gesù, sciogli il mio cuore indurito

Tu che ami i cuori umili e contriti    Gesù, sciogli il mio cuore indurito

Tu che hai asciugato col perdono le lacrime di Pietro   Gesù, sciogli il mio cuore indurito

Tu che trasformi il pianto in canto  Gesù, sciogli il mio cuore indurito


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