Visualizzazioni totali

martedì 5 marzo 2024

IMPARIAMO DA DANIELE A PREGARE / Martedì III sett. Quar. 2024.



Azaria, giovane esiliato ebreo, funzionario della Corte di Nabucodonosor eleva a Dio una bellissima preghiera di pentimento nel fuoco della fornace in cui è stato gettato assieme ai suoi due compagni. Sorprende il chiedere perdono per i propri peccati e quelli del popolo di cui fanno parte, mentre hanno, con fierezza, esposto la loro vita per non prostrarsi agli dèi babilonesi e alla Statua fatta erigere dal re in persona. 

Forse dalla nostra generazione mormoratrice si sarebbe elevata una preghiera di pretesa o di bestemmia, di condanna di Dio che non risparmiava quest'ultima prova. 

Impariamo da loro a pregare: umiltà, senso della gratuità della grazia, senso di solidarietà con tutta la comunità di cui si fa parte, e soprattutto appoggiarsi sulla fedeltà di Dio e non sui propri meriti. 

Certo, neppure a quei tempi tutti avevano una fede così matura. Il Vangelo del servo spietato ce lo testimonia oggi. 


Prima Lettura  Dn 3, 25. 34-45  Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.

Dal libro del profeta Daniele

In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:

«Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non infrangere la tua alleanza; non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo, tuo amico, di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo, ai quali hai parlato, promettendo di  moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare. Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati. Ora non abbiamo più né principe né profeta né capo né olocàusto né sacrificio né oblazione né  incenso né luogo per presentarti le primizie e trovare misericordia.

Potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocàusti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, perché non c’è delusione per coloro che confidano in te.

Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto, non coprirci di vergogna. Fa’ con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia. Salvaci con i tuoi prodigi, da’ gloria al tuo nome, Signore».


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 24 Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. Ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. 


Canto al Vangelo  Gl 2,12-13  Gloria e lode a te, o Cristo! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché sono misericordioso e pietoso. Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo   Mt 18, 21-35  Se non perdonerete di cuore al vostro fratello, il Padre non vi perdonerà.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». 


Nessun commento:

Posta un commento