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venerdì 8 marzo 2024

8 MARZO: FESTA DELLE DONNE, NON DELLA VIOLENZA


8 Marzo: in giro le mimose sono quasi tutte sfiorite. Questo ha preservato la mimosa che abbiamo piantato di fronte alla parrocchia e che l’anno scorso è stata saccheggiata nella notte tra il 7 e l’8 marzo. Qualcosa dunque cambia? Ritorna l’insulsa frase che non ha senso festeggiare in un giorno particolare le donne perché devono essere festeggiate ogni giorno. Il matrimonio va vissuto ogni giorno ma è bello festeggiarlo una volta all’anno in modo particolare, come ogni ricorrenza che esprime un valore. Ritorna l’argomento che acchiappa sempre qualche consenso che le cose andranno bene quando tutte le donne saranno rispettate in tutto il mondo! Ci mancherebbe. Ma non succederà mai. Perché? Perché esiste il peccato originale. 

Tutte le religioni e le filosofie nei millenni hanno tentato di cambiare il mondo ma nessuna è riuscita a produrre la società perfetta senza peccato. Purtroppo questo argomento illusorio serve spesso a proporre ideali fumosi, e/o a screditare tutto il positivo di chi col sudore e l’umiltà, la pazienza, spesso anche col sangue versato, si è impegnato realmente a migliorare il mondo. Cosa si propone in cambio? Altre ideologie che si manifestano per lo più violente nei discorsi e nei gesti. Siccome vogliamo combattere la violenza contro le donne promettiamo di distruggere tutto. Intanto i femminicidi continuano e nessuno alza il dito. Ma poi al primo corteo si imbrattano i negozi come a Milano oggi. Si grida alla dittatura fascista se un corteo nemmeno dichiarato alla questura trova sul suo passaggio la polizia che chiede di vedere le autorizzazioni di quella manifestazione. Siccome clima e inquinamento sono un tema molto serio, si imbrattano facciate di palazzi, opere d’arte, si bruciano macchine, ecc. Siccome, purtroppo, c'è in atto una violenza terribile in Terra Santa, da una parte e dall’altra, e vittime civili tra cui molti bambini da una parte e dall'altra, si predica la violenza contro una sola parte, un solo popolo, formato anch'esso di  persone civili e bambini. Ma di fronte ad altri conflitti con vittime civili tra cui anziani, donne e bambini, nessun corteo, nessuna protesta... 

Tutto questo è molto lontano dalla proposta e dall’impegno della Chiesa per vivere il Vangelo, e dalla sua consapevolezza dei limiti che hanno segnato e segnano la sua azione. La Chiesa sa che la pretesa di costruire un mondo perfetto, specie se eliminando il dissenso e le differenze, è un vero e proprio inganno. E tutto questo è molto lontano dalla natura della donna e del contributo che porta e può portare all’umanità. 

Ecco un estratto di ciò che scriveva Papa Giovanni Paolo II il 29 giugno 1995 alle Donne. 


2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell'umanità.

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.


Lettera alle Donne (29 giugno 1995) | Giovanni Paolo II


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