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martedì 21 dicembre 2021

SIGNORE DONACI SANTI, FAMMI DIVENTARE SANTO / 21 dicembre 2021.



 Nella Visitazione, la presenza concreta, fisica di Gesù, santifica Giovanni Battista e sua madre. Dio è sempre lo stesso eppure le grazie non sono sempre le stesse: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono! (Mt 13:17; anche Lc 10:24). La presenza rende efficace, operante il progetto di Dio. E notiamo che è Maria che porta Gesù, lo dona, come tutti i santi e noi stessi abbiamo come missione di portare la presenza di Gesù nel mondo. Affinché il cristianesimo non muoia, o rimanga roba da museo, c'è bisogno di cristiani vivi, anzi di santi. “Ma – mi dirai – il cristianesimo cattolico non può morire, Gesù ha promesso che le porte degli inferi … ecc.,!!!” Questa promessa di Gesù però non include tutti i luoghi, tempi e persone. Una parrocchia può languire e morire fino a scomparire del tutto.

Un Cardinale di Parigi (Suhard?) preoccupato per le periferie scristianizzate si mise a chiedere a Dio “Santi per la sua città”. Dopo aver iniziato a pregare intensamente, si rese conto che non aveva ancora chiesto di diventare santo lui stesso. E facendolo scopriva dentro di sé esitazioni, resistenze ad una piena conversione. Non è forse questa la situazione in cui ci troviamo tutti? Chiediamo santi per questo tempo, così necessari, ma prima di tutto chiediamo di diventare santi noi, rispondendo pienamente oggi alle sollecitazioni della grazia.


Prima Lettura   Ct 2, 8-14
Ecco, l’amato mio viene saltando per i monti.

Dal Cantico dei cantici
Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole». 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 32
Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo. 

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.

O Emmanuele, nostro re e legislatore:
vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 1, 39-45

A cosa debbo che la madre del mio Signore venga a me?

Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 

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