Il re Acaz si riveste di apparenze pie per rifiutare
il segno che gli propone Dio: «Non
lo chiederò, non voglio tentare il Signore». L’intervento di Dio disturberebbe
il suo progetto già ben definito.
Anche Maria, come ogni essere umano, ha un suo progetto che, inevitabilmente, è più a sua misura, può gestire. La
proposta di Dio manda tutto per aria, salvandola da ogni autoreferenzialità. Senz’altro
l’annuncio dell’angelo apre un orizzonte meraviglioso, ma impegna
tutta la sua vita, implica una consegna senza ritorno. Abramo si incamminò senza
sapere dove andava. Il popolo nel deserto si lasciava guidare dalla colonna di
nube. Maria non sa per dove passerà assieme a suo figlio. Anzi,
in quei primi momenti, oltre ad una esperienza di libertà interiore straordinaria
di cui siamo certi senza conoscerne i particolari, lei vede
sicuramente anche l’oscurità del suo cammino non avendo altri appoggi che
in Dio.
Anche noi abbiamo detto “Sì” nel nostro battesimo. Fino
a che punto vogliamo compierlo fino alla pienezza, consegnandoci totalmente a Dio?
Prima
Lettura Is 7, 10-14
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Dal libro del profeta Isaìa
In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
Ecco, viene il Signore, re della gloria.
Del
Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi
potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli
otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli:
vieni, e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre.
Alleluia.
Vangelo Lc 1, 26-38
Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.
Dal
vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l’angelo si allontanò da lei.
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