Papa Francesco chiede perdono agli Ortodossi. |
L’annuncio del Battista è molto forte, è un grido per il tono e per il contenuto
impellente. Ma non è violento. Per chi accetta la chiamata di Dio è voce di speranza,
di liberazione, di riconciliazione. Infatti è un appello a convertirci
allo Spirito di Cristo di mitezza e umiltà. Purtroppo questa mitezza e umiltà non
è mai pienamente raggiunta e soprattutto mai scontata.
Ieri hanno colpito due episodi del viaggio di papa Francesco in Grecia. Come
Giovanni Paolo II egli ha chiesto (dovuto chiedere) perdono per “gli errori
commessi da tanti cattolici”. Ecco le parole del Papa all’Arcivescovo Ortodosso
di Atene :
“In seguito, purtroppo, siamo cresciuti lontani. Veleni
mondani ci hanno contaminato, la zizzania del sospetto ha aumentato la distanza
e abbiamo smesso di coltivare la comunione. San Basilio il Grande ha affermato
che i veri discepoli di Cristo sono «modellati soltanto su ciò che vedono in
lui» (Moralia, 80,1). Con vergogna – lo riconosco per la Chiesa
Cattolica – azioni e scelte che poco o niente hanno a che vedere con Gesù e con
il Vangelo, improntate piuttosto a sete di guadagno e di potere, hanno fatto
appassire la comunione. Così abbiamo lasciato che la fecondità fosse
compromessa dalle divisioni. La storia ha il suo peso e oggi qui sento il
bisogno di rinnovare la richiesta di perdono a Dio e ai fratelli per gli errori
commessi da tanti cattolici. È però di gran conforto la certezza che le nostre
radici sono apostoliche e che, nonostante le storture del tempo, la pianta di
Dio cresce e porta frutti nello stesso Spirito. Ed è una grazia riconoscere gli
uni i frutti degli altri e ringraziare il Signore insieme per questo”.
Papa Francesco fa riferimento in
particolare al sacco di Costantinopoli perpetrato dai soldati della IV crociata
nel 1204, un episodio di atrocità indescrivibili. Dover chiedere ancora
perdono per fatti così lontani mostra come le ferite causate siano
profonde. Si è trattato di processi reciproci che hanno pian
piano allontanato in modo drammatico credenti nello stesso Gesù Cristo sfociando
anche in episodi terribili come quello appena ricordato.
Una conseguenza dello spirito di divisione che sempre ci
minaccia e tante volte si avalla delle ferite del passato è il secondo episodio:
un prete ortodosso, sul passaggio del Papa si scaglia contro di lui gridando: “Papa,
sei un eretico”. Episodio minore, sempre possibile, ma anche frutto di mentalità
coltivate che provocano chiusure e mancanze di dialogo, infedeli al Vangelo.
Benediciamo il Signore di tutto cuore per il cammino ecumenico di riconciliazione tra i cristiani. “Siate uniti affinché il mondo creda” disse Gesù. E pensiamo a tutti gli episodi piccoli che fanno che in tante famiglie e comunità il dialogo si è fatto stentato e persino assente, fino all’esclusione. Nessuno potrà dire che il dialogo non sia difficile. Ma è necessario. “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge”. (Galati 5,22 -23). Umiltà e parressia (franchezza) vanno insieme.
Prima Lettura Bar 5,1-9
Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni
creatura.
Dal libro del profeta Baruc
Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e
dell'afflizione,
rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell'Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme,
sta' in piedi sull'altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte.
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda Lettura Fil 1,4-6,8-11
State integri e irreprensibili per il giorno
di Cristo.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, sempre, quando prego per tutti
voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal
primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in
voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi
nell'amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre
più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che
è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di
quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e
lode di Dio.
Canto al Vangelo Lc 3,4-6
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate
i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.
Vangelo Lc 3,1-6
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!.
Dal
vangelo secondo Luca
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era
governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo
fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène,
sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni,
figlio di Zaccaria, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di
conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli
del profeta Isaia:
«Voce di uno che grida
nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
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