Uno scriba pone a Gesù una domanda centrale: «Qual
è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù risponde con semplicità e lo scriba
conferma le sue parole. Il dialogo tra i due uomini si stabilisce nel rispetto
e la stima reciproca, l’amicizia. Una pagina che riscalda il cuore.
Ma ci
sono due annotazioni che suscitano stupore:
Da
allora “nessuno aveva più il coraggio di
interrogarlo”. Perché? Perché Gesù ricorda semplicemente lo Shemà, la preghiera
che ogni ebreo pio recita ancora oggi tre volte al giorno e scrive nella Mezuzah
che mette alla porta della sua casa! Anche l’associazione dell’amore del
prossimo all’amore di Dio non è nuova per un ebreo. Gesù sfonda una porta
aperta. Come hanno potuto fargli questa domanda (per metterlo alla prova!?!?!) se la risposta è ovvia? Il fatto è che l’essenziale ci sfugge sempre. Dobbiamo ritornare
sempre alle fonti, all’essenziale, al kerigma. Lì sta la vita e la salvezza. Ma,
anche oggi, molti si preoccupano, forse si appassionano per ciò che essenziale non
è. E anche quando non si tratta di falsità, come spesso accade, questo è un modo
per non portare frutto e perfino perdere la Via della Salvezza. Karol Wojtyla vescovo
andava di venerdì al Santuario di Kalwaria e faceva da solo la Via Crucis nella
montagna nel silenzio della foresta.
Gesù dice
a questo scriba: «Non sei lontano dal
regno di Dio». Cosa gli manca se ha vivo in sé le verità essenziali della
Fede? Gli manca la Croce, la profondità dell’amore autentico per Dio e per il
prossimo, e la profondità dell’amore di Dio. Anche noi giriamo attorno alla croce,
a distanza di sicurezza. Solo Cristo crocifisso e risorto è il fondamento della
Fede che Gesù ha perfezionato e portato a compimento. Ma quando non la
rifiutiamo esplicitamente, rifiutiamo la croce tacitamente, fuggiamo da essa. Eppure
è la nostra sola salvezza. Il fatto è che solo la grazia ci permette di contemplarla. Per vivere
da essa, e vivere in abbondanza, dobbiamo custodire e alimentare la grazia di questo
Mistero, questa rivelazione sempre troppo grande per noi.
O
Croce di Cristo, mio perdono per ieri, mio sostegno per oggi, mia gloria per domani!
Prima
Lettura Os 14, 2-10
Non chiameremo più dio nostro l'opera delle nostre mani.
Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: “Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia”.
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 80
Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.
Un
linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.
Nascosto
nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!
Non ci
sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.
Se il
mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».
Canto al Vangelo Mt 4,17
Gloria e lode a te, o Cristo!
Convertitevi, dice il Signore,
perché il regno dei cieli è vicino.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Vangelo Mc 12, 28-34
Il Signore nostro Dio è l'unico Signore: lo amerai.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il
primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico
Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua
anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo:
“Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande
di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è
unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta
l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più
di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano
dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
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