Per la festa di san Giuseppe la Chiesa ci offre la
scelta tra due Vangeli.
Un brano di Matteo: Giuseppe avvertito in sogno
dall’angelo, prende con sé la sua sposa che pensava finora di ripudiare di
nascosto per non “farne spettacolo pubblico”. Se questo pensiero gli veniva dal suo essere giusto,
quindi misericordioso, l’interpretazione più semplice è che quella gravidanza che
Maria non poteva nascondere è stata una sorpresa per lui oppure non ha creduto alle
spiegazioni di Maria. Una forte tradizione spiega che Maria non voleva
influenzarlo, non voleva mettersi tra Dio e lui e non voleva rischiare di
salvarsi da sola. Che Giuseppe sia stato all’oscuro di ogni spiegazione di fronte
all’evidenza di questo bambino in arrivo, oppure abbia legittimamente dubitato
delle spiegazioni di Maria, tutto questo esalta la sua scelta di umanità, di fronte
a tutti. Ma c'è ancora di più: tutti credono, in seguito, che sia lui veramente
il padre del bambino (Luca 3,23; Mt 13,55; Lc 4,22; Gv 1,45 e 6,42). Cosa significa questo? Che la
delicatezza di Giuseppe è stata tale che, nel suo turbamento non ha fatto
trasparire, non si è sfogato con qualche amico, e nessuno ha dubitato che sia
lui il “colpevole” di questa gravidanza. La custodia della virtù spettava a Maria
innanzitutto, alla donna, ma il fatto che Giuseppe, come si è creduto
logicamente, abbia “approfittato” prima del tempo non gli dava una bella reputazione
a quei tempi. Tacendo e nel modo di comportarsi, Giuseppe si è caricato del “peccato”
di Maria fin dall’inizio. E i commenti, le frasi a doppio senso non saranno
mancate. Anche allora, con pazienza e umiltà Giuseppe continua a custodire con dignità
il segreto che ormai è di tutti e due. Solo per questo suo atteggiamento Giuseppe sarebbe già di una grandezza
straordinaria.
Un brano di Luca: Il racconto del ritrovamento al Tempio offre una scena molto ricca anche se Giuseppe non parla. Maria dice al figlio: “Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti
cercavamo”. Tutti e due insieme! Il Verbo ha preso la carne da Maria, da Giuseppe ha preso molto,
come la discendenza dalla casa di Davide, per esempio, ma non la carne. Ma di fronte
al Mistero del Figlio si trovano sullo stesso piano. Né lei né lui comprendono
la risposta di Gesù. Ci sono delle grazie speciali per la missione che ognuno di
noi deve compiere, ci sono anche i meriti di ciascuno, ma fondamentalmente
siamo tutti fratelli di fronte a Dio, di fronte alla salvezza. In paradiso non ci
saranno beati di serie A e beati di serie B, ma ci sarà una comunione totale
nell’amore di Dio. E se la Vergine Maria risplenderà di tutta la ricchezza
divina, e così i santi più grandi, essi però saranno miei (“tutto è vostro” dice
san Paolo ai corinti: 1 Cor 3,21-22), e Gesù stesso mi chiamerà suo fratello!
Siccome nel Vangelo ci sono pochi versetti che menzionano Giuseppe, qualcuno, di questi tempi, tira fuori di nuovo le "visioni" di Maria Valtorta! Com'è possibile che dobbiamo trovare queste cose in gruppi mariani che si dicono cattolici, con tutte le messe all'Indice dei suoi scritti e ancora le raccomandazioni di non divulgarli del cardinal Ratzinger!
Prima
Lettura 2 Sam 7,4-5.12-14.16
Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre.
Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
In eterno durerà la sua discendenza.
Canterò
in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho
stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
«Egli
mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Seconda Lettura Rm 4,13.16-18.22
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza,
la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene
dalla fede.
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in
tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per
quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di
Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito
padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai
morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre
di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco
perché gli fu accreditato come giustizia.
Canto al Vangelo Sal 83,5
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.
Beato chi abita nella tua casa, Signore:
senza fine canta le tue lodi.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Vangelo Mt 1,16.18-21.24a
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
Dal
vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato
Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del
Signore.
Oppure:
Vangelo Lc 2,41-51
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.
Dal
vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa.
Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo
che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero
a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in
cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li
ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore
per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose
loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del
Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso.
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