Ho ricevuto alcuni giorni fa il messaggio garbatissimo di un lettore che
legge il blog direttamente da Internet:
Reverendo Frate Sereno,
ci tengo a ringraziarLa per le
parole illuminanti che pubblica sul blog "la gioia del Vangelo".
Sono un fedele frequentatore
delle liturgie e un fortunato nonché indegno beneficiario della
grazia della vicinanza di Gesù. Sento la Sua presenza nella mia vita e
sono convinto che tutti i doni, tantissimi e preziosissimi, di cui oggi godo
sono opera dell'amore di Dio nei miei confronti.
Purtroppo, a causa della mia
esasperata razionalità, alcuni periodi del mio cammino di fede sono
funestati da dubbi sulla dottrina ecclesiastica. Mi pongo le seguenti domande:
1.
perché Gesù è morto a 33 anni e non ha continuato a evangelizzare il mondo?
fermandosi, peraltro, solo in Palestina?
2.
possibile che non si sappia nulla della parte centrale della vita
di Gesù?
3.
perché Gesù è apparso solo 2000 anni fa? non sarebbe meglio per l'umanità e
per gli scopi stessi del cristianesimo che replicasse la testimonianza della
sua esistenza?
4.
con quale forza storica possiamo sostenere senza ombra di dubbio che
la nostra religione sia quella "vera" sconfessando tutti gli altri
credi? miliardi di persone credono e seguono il Dio sbagliato?
5.
e se fosse tutta una ricostruzione artificiale utile agli uomini per avere
uno scopo e un orizzonte nella vita?
Mi scuso infinitamente per le
blasfeme osservazioni sopra riportate ma la tranquillizzo sul fatto che tutti i
dubbi che ho affrontato non sono riusciti ad allontanarmi dall'amore di Dio.
Le chiedo cortesemente
di illuminare la mia anima e la ringrazio di cuore per l'attenzione
dedicatami.
Pasquale
Carissimo Pasquale, grazie molte per questo tuo messaggio. Penso sia utile anche
per altri cercare di darti una risposta sul blog.
Dici che la tua esasperata razionalità funesta di dubbi il tuo cammino di fede. I dubbi sono un’occasione per approfondire e rafforzare la fede. Non sono blasfeme osservazioni e di per sé non possono funestare un cammino di fede. Menzioni la tua esasperata razionalità. La razionalità è un dono immenso di Dio e Giovanni Paolo II scrisse un’Enciclica chiamata “Fides et Ratio” (14-09-1988) circa i giusti rapporti tra Fede e Ragione. Ma la razionalità non è razionalismo. Il razionalismo è una malattia della ragione che consiste nell’accettare solo le realtà che possono essere dominate dalla ragione. Ora la ragione è ragionevole se sa definire il campo della sua azione e i suoi limiti, se sa comprendere quale metodo è adatto ad un problema e quale ad un altro. Una questione mal impostata non trova mai una buona risposta, proprio perché impostata male. Alcune questioni nella storia del pensiero e delle scienze si sono trascinate per generazioni, fin quando qualcuno è riuscito ad impostarle bene, permettendo di trovare la soluzione. La tentazione dello sconfinamento tra i campi è di sempre e riguardo a Dio si fa ancora più forte.
Voler mettere Dio “in scatola” non è razionale. Gli antichi avevano
definito per la ragione due campi fondamentali: la Fisica e la Meta-fisica. La
Fisica riguarda tutto ciò che può essere sperimentato dai sensi (anche
attraverso degli strumenti), la Metafisica è quello che va oltre i sensi. L’approccio
sarà evidentemente diverso. Per la ragione, Dio rileva dalla Metafisica e può
essere quindi definito solo in senso esterno, “negativo”: non è finito come
tutte le cose che riguardano la Fisica e quindi è in-finito, non posso misurarlo
e quindi è in-menso, ecc. In poche parole la ragione mi fa comprendere che Dio non
è come tutto ciò che cade sotto l’esperienza dei sensi. Egli è trascendente: non
posso com-prenderlo, metterlo in “tasca”, circondarlo con la mia ragione. Posso
conoscerlo in sé stesso solo in ciò che Egli dice di sé, solo nella misura in
cui Egli si rivela. Questo è perfettamente ragionevole e soddisfacente per la
ragione.
Ma cosa ci ha rivelato Dio riguardo alle domande che ti poni?
continua sul Post "DUBBI SULLA DOTTRINA ECCLESIASTICA 2 di 2" pubblicato il 16 marzo 2021
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