Viviamo
un momento agitato come Chiesa e tanti rimangono scandalizzati, dentro e fuori
dalla Chiesa. Ma ci sono stati momenti tranquilli nella sua storia?
Gesù è venuto perché "siano svelati i pensieri di molti cuori" (Luca 2,35). Gesù provoca la caduta e la risurrezione. Certamente questo fa soffrire. Già
nel Nuovo Testamento vediamo tensioni e anche divisioni. Presto, si è dovuto precisare
alcuni contenuti della fede perché le varie opinioni si scontravano, spesso anche
sotto forma di gruppi opposti, piccole ma vere fazioni, anche mirando alla conquista del potere. I primi Concili hanno confermato i fratelli nella
fede e assicurato così la pace delle anime e mantenuto l’unità della Chiesa. È sempre e solo il collegio dei vescovi in
comunione con il papa che può, riunito in modo solenne, esercitare questa funzione
di conferma che Pietro, in alcune condizioni, può esercitare da solo. Alcuni
vescovi o gruppi di vescovi non possono farlo. Solo i vescovi in comunione con
Pietro o Pietro da solo. Al Concilio Vaticano I, alcuni vescovi hanno lasciato
la Chiesa per “preservare la fede tradizionale”. Oggi questi cosiddetti “Vecchi
Cattolici” ammettono le donne sacerdote! Quando un ramo si stacca dalla vite… San
Castrese nostro patrono è testimone di queste divisioni e persecuzioni. Coloro che
hanno messo lui e gli altri vescovi sulla zattera per farli affondare al largo e
morire erano cristiani ma non cattolici, bensì ariani. Dall’esterno, Maometto
dice dei cristiani: “e le varie sette erano in disaccordo tra loro”. Il demonio
vuole dividere la Chiesa!
Come
hanno reagito a questi turbamenti coloro che amavano veramente Dio e la sua Chiesa?
Santa Caterina da Siena
vive un momento drammatico della Chiesa in
cui i papi risiedono fuori Roma e qualcuno di loro si è meritato l’appellativo
popolare di “demonio incarnato”! Cosa dice, Lei che ama Gesù più di tutti ed è
piena di Spirito Santo?:
“non ti curare dei pastori che fanno imputridire le piaghe del Signore,
preoccupati di soffrire per loro e di invocare costante misericordia per la loro
salvezza. L’Eterno Padre si occupa della sua Chiesa, tu occupati di salvare l’anima
tua, preoccupati di non smembrare la Chiesa, di non aggiungere piaga su piaga,
immergiti nel Sangue del Divin Figlio e come figlio grato e meritevole di avere
la Chiesa come Madre, offriti a Dio per la Sua salvezza, offriti a Lui per la
Sua crescita, perché possa raggiungere tutti i confini della Terra…”
(Dal Dialogo della Divina Provvidenza)
San Francesco insiste
“Che i frati vivano cattolicamente”. Nella prima Regola “che il beato Francesco
compose e (che) il signor papa Innocenzo gli confermò senza bolla” un capitolo dice:
CAPITOLO
XIX CHE I FRATI VIVANO CATTOLICAMENTE
“Tutti
i frati siano cattolici, vivano e parlino cattolicamente. Se qualcuno poi a
parole o a fatti si allontanerà dalla fede e dalla vita cattolica e non se ne
sarà emendato, sia espulso totalmente dalla nostra fraternità. …”
Perché
un capitolo speciale se già nel prologo si diceva: “Frate Francesco e chiunque sarà a capo di questa Religione, prometta obbedienza e reverenza al signor papa Innocenzo e ai suoi
successori? Perché ai suoi tempi esistevano molti gruppi che, in nome del Vangelo,
si opponevano al clero corrotto e alla Chiesa. I frati che vivevano la povertà
evangelica provenivano spesso da questi ambienti contestatari o erano tentati di
entrare in conflitto con la gerarchia. San Francesco invece è sempre stato
dalla parte del papa e ha compreso sempre di più che lacerare l’unità della Chiesa
per un bene maggiore era invece un male maggiore. Amare Cristo e la Chiesa è
amare il papa e avere nei suoi confronti obbedienza e reverenza.
Nella
Regola definitiva (“bollata”) fin dall’inizio è scritto che “Frate Francesco promette obbedienza e ossequio al signor Papa Onorio e ai
suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana”, e nell’ultimo
capitolo che parla “Di coloro che si recano tra i saraceni e gli altri
infedeli”, le ultime frasi sembrano fuori argomento, sembrano un’aggiunta
conclusiva a tutta la Regola: “Per
obbedienza, inoltre, ordino ai ministri che chiedano al signor Papa uno dei
cardinali della Santa Chiesa romana il quale sia governatore, protettore e
correttore di questa fraternità affinché
sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima Santa Chiesa, stabili nella
fede (Col 1,23) cattolica, osserviamo la povertà, l'umiltà e il Santo Vangelo
del Signor nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso”.
San
Francesco non separa mai l’obbedienza e
la riverenza al Papa dalla fedeltà al Vangelo.
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