Visualizzazioni totali

venerdì 24 gennaio 2020

COME SE IL PAPA FOSSE UN SUDAMERICANO O UN CINESE E GESU' CRISTO UN AFRICANO SUBSAHARIANO / Domenica della Parola di Dio



Papa Francesco ha voluto istituire la Domenica della Parola di Dio con ricorrenza annuale alla Terza Domenica del Tempo Ordinario. Al primo momento di gioia è seguito per me qualche perplessità: ma tutte le domeniche, anzi, ogni eucaristia non sono della Parola di Dio? Quale iniziativa particolare potremo prendere per celebrare questa domenica?
La verità è che se tanti battezzati, dal Concilio Vaticano II in poi, hanno potuto aprire con frutto le Scritture e nutrirsene, molti ancora non hanno la Bibbia o la tengono solo come soprammobile. Trovo un po’ assurda la prassi di donare la Bibbia alla fine del matrimonio agli sposi se, per non dover elevare il prezzo, l’Editore offre una Bibbia dalla copertina carina e bianca (è un matrimonio!) ma il cui testo è a caratteri così piccoli che si sa già che non sarà mai letta davvero. Meglio un Nuovo Testamento soltanto ma con caratteri grandi.
San Francesco strappava le pagine dell'unico Vangelo che avevano in comunità perché ogni frate potesse leggerlo e meditarlo. All'epoca, un Vangelo, scritto a mano su pergamena e sicuramente illustrato, costava una fortuna. San Francesco era un'eccezione. Anche per i costi, prima della stampa, nessuno aveva il Vangelo in casa. E, fino quasi ai nostri giorni, la lettura della Parola di Dio difficilmente poteva essere un fatto privato e passava solo attraverso la mediazione della Chiesa. Da una parte così deve essere: è la Chiesa che porge la Parola ai suoi figli. La Chiesa è colonna e fondamento della verità (1 Tim 3,15) e la Sacra Scrittura non può essere soggetta a privata spiegazione (2 Pietro 1,20). Ma la Parola è il pane di cui vive l’uomo e la Chiesa deve nutrire i figli di Dio. Un conto è proporre la Parola di Dio e annunciarla come Chiesa, dandone l’interpretazione autentica come si fa dalla Pentecoste in poi, un conto è sostituirsi ad essa, sostituirla con catechismi, libretti pii ecc., e non mettere i battezzati in contatto con la Parola di Dio ispirata che è veramente utile per consolare, edificare, correggere, liberare, istruire, e formare ad ogni opera buona. La Scrittura è come una spada a doppio taglio. Inoltre la Parola di Dio vive in mezzo alle comunità credenti e va oltre la Scrittura.
Ringrazio papa Francesco che, in questi ultimi mesi, ha commentato il libro degli Atti degli Apostoli in maniera stupenda dando a grandi pennellate ma anche con osservazioni puntuali molto preziose il gusto e il senso della vita della Chiesa primitiva alla quale deve sempre assomigliare la Chiesa di tutti i tempi. Una cosa mi colpisce particolarmente della corsa della Parola di Dio che ha creato la Chiesa primitiva e poi ci ha donato il Nuovo Testamento:
Da una parte chi era ebreo e si sentiva eletto, possessore della verità, della vera fede, delle vere tradizioni, da due mila anni, da Abramo in poi, non ha capito Gesù Cristo e l’ha ritenuto un bestemmiatore, un usurpatore. E quando ha accettato Gesù come Messia, si è visto invaso sempre di più dai pagani finora disprezzati. Anzi, Paolo di Tarso, che era a tutti gli effetti un ebreo ma che si è emarginato da se stesso ha raccolto tra i pagani più conversioni di tutti e la maggioranza dei credenti nel Messia ha cominciato a non essere più formata da ebrei ma da ex pagani. Inoltre Paolo non scriveva in ebraico, la lingua dei padri che conosceva benissimo, ma in greco. Per stare in una comunità cristiana bisognava spesso abbandonare molte tradizioni alle quali si era abituati da sempre, o almeno convivere con persone per le quali queste tradizioni così care rappresentavano molto poco.
Dall’altra parte, i greci e i romani, che, come popolo, erano e si sentivano a tutti gli effetti superiori culturalmente, economicamente, tecnicamente, militarmente, dovevano abbracciare una Buona Notizia che veniva portata loro da gente che finora avevano ridotto in schiavitù, dominato, spogliato delle loro ricchezze. Non poteva non creare qualche tensione e qualche smarrimento a chi non era veramente docile allo Spirito Santo. Questo meccanismo, questo sbilanciamento è però costante in tutta la Storia della Salvezza ed è testimoniato anche dall'Antico Testamento.
Un po’ come se oggi il Papa a Roma fosse un sudamericano, o un cinese, oppure come se Gesù Cristo e i suoi apostoli fossero africani subsahariani.

Nessun commento:

Posta un commento