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mercoledì 1 gennaio 2020

QUANDO IL PAPA DA CATTIVO ESEMPIO


Non sapevo niente. Questa mattina, primo gennaio, un amico mi segnala il video del Papa che si è arrabbiato con la fedele che lo ha strattonato e non voleva lasciargli il braccio. Sotto il video uno commenta in inglese: “è caduta la maschera, che mostro di papa abbiamo! Robocop sembra più amichevole di lui”. Niente di meno! Possiamo dire che chi commenta in questo modo rimane nel campo della razionalità? C'è anche chi ragiona che anche lui è umano. All’ora in cui scrivo, ci sono quasi 10000 persone che commentano il video, su un solo sito! Impressionante. Ci fosse lo stesso interesse per commentare e approfondire la Parola di Dio… Qualcuno che ha visto tutta la scena in diretta, ricorda come, poco prima, un padre per avvicinarsi a lui ha fatto cadere il proprio bambino dalla transenna. Il Papa se n’è accorto, è tornato indietro, ha consolato il bambino e gli ha fatto dare un rosario. E questa persona nota: “Per un gesto di stizza si annulla un’infinità di gesti di bontà e di pazienza. Tutti mettono in evidenza il negativo, nessuno sottolinea il positivo”. “Ma il Papa non si deve permettere, è un personaggio pubblico” ricorda ancora qualcun’altro… Si fanno poi tutte le ipotesi. C'è chi vuole la registrazione di quello che ha detto questa signora perché sicuramente è cinese e ha ricordato al Papa che tradisce i cristiani cinesi, e lui da buon massone (il Papa) si è sentito scoperto e si è arrabbiato… (sempre quella famosa razionalità che forse manca a più di uno). C'è poi chi evidentemente pensa al dolore che il Papa ha sentito. Infatti guardando con attenzione il video si vede la smorfia di dolore quando è tirato per il braccio. È vero che il Papa ha 83 anni e zoppica. Il gesto di questa povera fedele – di cui non voglio sindacare le intenzioni – è stato brutale per le sue condizioni di salute.

Cosa dire di tutto questo?


Lo dice papa Francesco stesso all’Angelus di oggi: «A volte perdiamo la pazienza. Anche io. E chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri». E Vatican News: «È bello che Francesco all'Angelus abbia chiesto scusa davanti al mondo per il gesto d'impazienza che ha avuto ieri durante la visita al presepe in Piazza San Pietro. Una donna lo ha strattonato con forza facendogli male al braccio: e il Papa ha perso la pazienza. Che bello che abbia confessato davanti al mondo la sua debolezza. Nella Giornata mondiale della pace. Perché tutti, proprio tutti, abbiamo bisogno della misericordia di Dio», e «il cristiano non è più bravo degli altri. E' una persona che quando cade si lascia rialzare dalla misericordia di Dio».

Se imitiamo questo atteggiamento, potremo dire: “felice colpa” che ci ha dato un tale esempio. Quando abbiamo torto l’orgoglio ci spinge ad aggredire, a rigettare la colpa sugli altri, o, al massimo, a tacere, a far finta di nulla. L’orgoglio ci impedisce di chiedere scusa e perdono anche quando sarebbe necessario, specie pubblicamente, perché si ha il terrore di “perdere la faccia”. Ma questo non costruisce la Chiesa. Anzi, è la via che alla lunga può sfociare nella morte spirituale. 
Ne “Il Padrone del Mondo” (Robert Benson 1907. Si trova facilmente in Pdf su Internet), l’Anticristo, di fronte ad una violenza di massa commessa dai suoi seguaci, che ha scioccato e interrogato la coscienza ancora un po’ cristiana del popolo, ha paura che si pentano. Questo aprirebbe le porte a Dio, alla misericordia! Allora egli trova l’escamotage: “Abbiamo sbagliato ma non chiediamo perdono. È inutile. Quello che è successo è successo. Non si può tornare indietro. Semplicemente promettiamo che non ricominceremo. Questo basta”. 
Giuda poteva diventare un grande apostolo se avesse chiesto perdono. Ma ha preferito giudicarsi da sé nella sua disperazione piuttosto che riconoscere i suoi torti.

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