Contano le decisioni del cuore, cioè
conta la posizione della tua libertà di fronte a Dio.
Alcuni uomini portano a Gesù un
paralitico con tanta fede e determinazione: quest’uomo soffre per una paralisi,
andiamo perché lo guarisca. E Gesù? Gesù gli perdona i suoi peccati. Come se il
peccato fosse un male superiore ad una vita da paralizzato! Sì, Gesù mi dice che
il mio peccato è più grave di una paralisi. San Luigi re di Francia chiedeva ai
suoi nobili: “Sceglieresti avere la lebbra (non c'erano possibilità di guarigione!)
o fare un peccato mortale (dopo puoi confessarti)?” – “La lebbra!!! Mille volte
meglio fare un peccato mortale e poi confessarmi!” – “No, sbagli, meglio la
lebbra che non ti separa da Dio”.
Sono convinto che tutti risponderemmo
come quei nobili della corte di Francia. Invece, più ancora dei singoli atti di
fragilità, conta la posizione del nostro cuore. Il vero peccato è l’incredulità,
il non fidarsi di Dio, non lasciarsi guidare da lui, rifiutare di appoggiarsi alla
grazia per fare la sua volontà.
È il peccato che vediamo nella prima
lettura: gli anziani di Israele vanno da Samuele per chiedere di avere un re come
lo hanno gli altri popoli. Samuele oppone alla loro richiesta degli argomenti
razionali: nei popoli dove c'è già un re, non va tutto bene, anzi. Ma non serve
a nulla. Hanno già deciso nel loro cuore e non possono più ragionare. Hanno rigettato
Dio. Dalle profondità del cuore nasce tutto anche se esternamente non
appare così.
Signore, conosci la mia
debolezza, le mie paure, i miei attaccamenti. Ti prego di fare tutta la tua volontà nella
mia vita come in cielo e in terra. Perdona il mio peccato.
PRIMA
LETTURA Griderete a causa del re che
avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà.
In
quei giorni, si radunarono tutti gli anziani d’Israele e vennero da Samuèle a
Rama. Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue
orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per
tutti i popoli». Agli occhi di Samuèle la proposta dispiacque, perché avevano
detto: «Dacci un re che sia nostro giudice». Perciò Samuèle pregò il Signore.
Il Signore disse a Samuèle: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti
dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non
regni più su di loro». Samuèle riferì tutte le parole del Signore al popolo che
gli aveva chiesto un re. Disse: «Questo sarà il diritto del re che regnerà su
di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli,
li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di
cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e
apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri.
Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie.
Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li
darà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le
decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e
le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi
lavori. Metterà la decima sulle vostre g! reggi e voi stessi diventerete suoi
servi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il
Signore non vi ascolterà». Il popolo rifiutò di ascoltare la voce di Samuèle e
disse: «No! Ci sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti i popoli; il
nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le
nostre battaglie». Samuèle ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì
all’orecchio del Signore. Il Signore disse a Samuèle: «Ascoltali: lascia
regnare un re su di loro».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 88)
R:
Canterò in eterno l’amore del Signore.
Beato
il popolo che ti sa acclamare:
camminerà,
Signore, alla luce del tuo volto;
esulta
tutto il giorno nel tuo nome,
si
esalta nella tua giustizia. R.
Perché
tu sei lo splendore della sua forza
e
con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché
del Signore è il nostro scudo,
il
nostro re, del Santo d’Israele. R.
CANTO AL VANGELO
Alleluia,
alleluia. Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia.
VANGELO
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla
terra.
+ Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12
Gesù
entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si
radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta;
ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico,
sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa
della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta
un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù,
vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i
peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché
costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E
subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro:
«Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al
paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua
barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere
di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati,
prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua
barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e
lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Parola del Signore.
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