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giovedì 16 maggio 2019

REGGERE LO SQUILIBRIO / giovedì IV° Pasqua


Era giusto che Gesù lavasse i piedi ai suoi discepoli? Era giusto che, lui che poteva giudicare, si lasciasse giudicare e condannare e morisse in croce per i peccati degli altri? Per il nostro senso della misura e della giustizia, certamente no. Eppure Gesù ci dice: “Se fate anche voi così sarete beati, felici”. Ma – qualcuno dirà – c'è il rischio che lo faccia qualcuno di squilibrato, di poco maturo psicologicamente che si lascia manipolare, che è succube. Questo è vero, e per questo motivo abbiamo bisogno dello Spirito Santo per mettere in pratica il Vangelo. Nessuno può vivere il Vangelo con le sue sole forze umane. D’altronde l’esperienza dice che conta sulle proprie forze cade in una parodia del Vangelo, in atteggiamenti “mistici” falsi. Ma il pericolo più grande e più comune è che cerchiamo di addomesticare il Vangelo per ridurlo alla nostra misura, per trovare un equilibrio più tranquillo che sia compatibile con la mentalità del mondo. Ora Gesù è indubbiamente squilibrato per il nostro senso naturale. Qualche giorno fa Papa Francesco metteva in guardia i responsabili della diocesi di Roma di cercare di avere tutto “ben sistemato”:
Oggi siamo chiamati a reggere lo squilibrio. Noi non possiamo fare qualcosa di buono, di evangelico se abbiamo paura dello squilibrio. Dobbiamo prendere lo squilibrio tra le mani: questo è quello che il Signore ci dice, perché il Vangelo – credo che mi capirete – è una dottrina “squilibrata”. Prendete le Beatitudini: meritano il premio Nobel dello squilibrio! Il Vangelo è così.” Diceva ancora il Papa che c'è il pericolo di “convincer(ci) che il Vangelo è una saggezza, è una dottrina, ma non è un annuncio, non è un kerygma. E tanti lasciano il kerygma, inventano sinodi e contro-sinodi… che in realtà non sono sinodi, sono “risistemazioni”.”.  Alla fine del suo intervento ricordava che “Il disinteresse per sé stessi è la condizione necessaria per poter essere pieni di interesse per Dio e per gli altri, per poterli ascoltare davvero”.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, (non rinnega se stesso) non può essere mio discepolo.” Lc 14:33

Prima Lettura   At 13, 13-25
Dalla discendenza di Davide Dio inviò come salvatore Gesù.
Dagli Atti degli Apostoli
Salpàti da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. Essi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagòga nel giorno di sabato, sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagòga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!».
Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: «Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant’anni nel deserto, distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra per circa quattrocentocinquanta anni.
Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuèle. Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Sàul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant’anni. E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 88
Canterò in eterno l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza».
«La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”».

Canto al Vangelo    Ap 1,5
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue. Alleluia.

Vangelo   Gv 13, 16-20
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.
Dal vangelo secondo Giovanni
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

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