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giovedì 23 maggio 2019

PERCHE' LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA / giovedì V° Pasqua



«Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Lo scopo del Signore è che siamo pieni di gioia, che abbiamo in noi la gioia di Gesù. Logicamente la Chiesa ci ha fatto pregare nella Colletta: “O Dio, che per la tua grazia, da peccatori ci fai giusti e da infelici ci rendi beati; custodisci in noi il tuo dono, perché giustificati mediante la fede, perseveriamo nel tuo servizio.” Per la tua grazia, Signore, da peccatori tu ci fai giusti, da infelici ci fai beati. Dobbiamo solo avere fiducia, “scegliere di abitare la fiducia” come dice un bel canto francese.
Vediamo tante facce appese, tante vite veramente infelici, sentiamo tante lamentele. Anch’io purtroppo non sono esattamente un modello di cristiano, neppure su questo piano. Eppure vorrei vivere in modo continuo questa gioia. Eliminiamo subito un equivoco. La gioia del santo non è superficialità, incapacità di guardare in faccia i problemi e le sofferenze. E nemmeno appare forse subito esternamente. Tra le occasioni in cui ho incontrato santi viventi, ricordo la visita fatta a Santa Sofia degli Ucraini a Roma. Ho parlato qualche momento con un padre che aveva fatto quindici anni di gulag. Il suo volto era austero, segnato dalla sofferenza e forse dagli acciacchi di salute e non cercava di nasconderlo. Ma quando parlava i suoi occhi si illuminavano, il suo sorriso aveva una dolcezza veramente speciale e neppure questo era forzato. Era la sua anima che affiorava, il suo amore per Dio, per la Vergine Maria e la Chiesa, che si manifestava. Mi faceva pensare alle icone della Madre di Dio russe. Era chiaramente un risorto.
Perché non siamo così? Perché siamo imperfetti? Questo non c’entra. Perché siamo peccatori? Questo non c’entra. Perché siamo maltrattati? Perché siamo falliti? Perché la nostra realtà non corrisponde alle nostre attese?  Questo non c’entra.
Perché allora? Perché non ci affidiamo a Dio che gratuitamente ci fa, da peccatori giusti, da infelici beati. Perché non accettiamo di essere salvati solo da lui, come vuole lui. Perché il nostro orgoglio o una educazione religiosa sbagliata non ci fa accettare la croce e il fallimento da una parte, e non ci fa accettare il suo amore gratuito dall’altra parte, non ci fa accettare di essere guidati da lui su sentieri che non abbiamo scelto.
La Chiesa è fatta da uomini molto imperfetti che, nel migliore dei casi, non sono totalmente docili allo Spirito Santo. Ma il Signore è Lui, la Chiesa è sua ed egli l’accompagna sempre per superare le difficoltà e aprirci al nuovo autentico. È ciò che ci testimonia la prima lettura, raccontando i dibattiti non semplici e non indolori del Concilio di Gerusalemme. Questo Concilio ha dato però una svolta essenziale all’evangelizzazione e ne siamo i frutti. È stato consegnato alla Scrittura come memoria ma anche come metodo per le sfide di oggi.

Prima Lettura   At 15, 7-21
Ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, poiché era sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro».
Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: “Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre”. Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe». 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo   Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.


Vangelo
   Gv 15, 9-11
Rimanete nel mio amore, affinché la vostra gioia sia piena.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

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