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giovedì 9 maggio 2019

QUALCOSA DI MOLTO PERSONALE / giovedì III° Pasqua

Menologion di Basilio.

“Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”. L’Eunuco, funzionario della regina Candàce ha avuto la vita recisa e nessuno potrà descrivere la sua discendenza. Ed ecco che una Parola parla al suo più profondo. Un lampo, una spada che attraversa il suo cuore, risveglia la vecchia ferita alla quale egli ha cercato di abituarsi. La Scrittura parla di lui.
Capisci ciò che stai leggendo? – l’Eunuco non ha bisogno di un corso di teologia ma di un catechista  mosso dallo Spirito Santo, strumento dello Spirito Santo, che lo aiuti a comprendere come questa Parola riguarda la sua vita e lo nutre e lo salva. Per questo il Signore gli manda Filippo che “evangelizza a lui Gesù”.
Fisicamente l’Eunuco rimane tale, ma il suo cuore e la sua condizione sono giustificati, prendono senso. Il Signore si è chinato sulla sua umiliazione e lo ha liberato. Egli vuole immergersi subito in questo mistero, in questa sorgente, viene battezzato, e continua la sua strada pieno di gioia.
Se avesse soffocato la risonanza e avesse preferito una dotta spiegazione della Scrittura, intellettualmente  perfetta, ma non avesse permesso che fosse coinvolta la sua situazione esistenziale, sarebbe rimasto triste, bloccato.
Spesso incontriamo persone che non riescono ad esprimere risonanze o vogliono (fare) lezioni, spiegazioni del Vangelo che non li coinvolgano personalmente, perché hanno un blocco profondo nel cuore. Nessuno si deve però scoraggiare perché chi è sincero, se ascolta, ancora solo in silenzio, il Signore non lo abbandona.
Mi ha colpito papa Francesco che, nell’aereo di ritorno da Skpoje, dopo aver risposto alle domande dei giornalisti, ha voluto aggiungere alla fine, liberamente, due sue esperienze fatte nei giorni trascorsi in Macedonia e in Bulgaria, due esperienze personali, che gli hanno toccato il cuore. Liberamente papa Francesco ha voluto condividere con i giornalisti qualcosa di personale, qualcosa del suo cuore di uomo credente…
Grazie Papa Francesco.

Prima Lettura    At 8, 26-40
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.
Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò.
Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 65
Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Canto al Vangelo
   Gv 6,51 
Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.

Vangelo   Gv 6, 44-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


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