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sabato 11 maggio 2019

PAROLA, SPIRITO E VITA / sabato III° Pasqua

Tabità, Kum! - Gazzella, alzati!

 Gesù dice: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita”.
San Francesco non fu mai sordo ascoltatore del Vangelo, e aveva nel Vangelo la sua forma di vita, al punto che non voleva avere un’altra regola. E sia nelle prime parole della Regola che la Chiesa gli impose – con saggezza – di scrivere, che nel suo Testamento, egli sottolinea che i frati sono tenuti a tutto il Vangelo che hanno fermamente promesso.
Questa esperienza del valore della Parola di Dio, della sua efficacia divina gli ha fatto meditare profondamente la frase sopra ed egli ne tira questa sequenza: Parola, Spirito, Vita. La Parola di Dio accolta con fede dona lo Spirito Santo, lo Spirito Santo genera in noi la Vita divina.
La carne che è in noi ci fa sempre pensare che il Vangelo è impossibile da compiere, forse assurdo o contraddittorio. Per questo il Cardinale Ratzinger diceva che tutta la Chiesa è un Movimento spirituale e molto poco una istituzione. Diceva che in fondo Gesù aveva istituito soltanto i Dodici, incaricandoli di diffondere la Buona Notizia, lo Spirito d’amore manifestato nel Cristo, Cristo crocifisso, risorto per la sua fiducia nel Padre. Tutto il resto l’aveva fatto la Chiesa per adattarsi alle circostanze, talvolta appesantendosi molto.
Come riformare la Chiesa, ravvivarla? “Leggete gli Atti degli Apostoli – ha detto di recente papa Francesco ai seminaristi delle diocesi lombarde – è il metodo di Dio, Dio non ne ha un altro”. A chi lo critica o rimane perplesso forse si potrebbe dare questo consiglio oltre che a noi stessi: leggete il Vangelo e gli Atti degli Apostoli.

Prima Lettura   At 9, 31-42
La Chiesa si consolidava, e con il conforto dello Spirito Santo cresceva di numero.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 115
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Oppure:
Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

Canto al Vangelo  Gv 6,63.68
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.

Vangelo
   Gv 6, 60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».


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