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lunedì 20 maggio 2019

CONTRO L'IDOLATRIA E LA MONDANITA' / lunedì V° di Pasqua

Johann Heiss - Paul e Barnaba a Listra.

Mentre evangelizzano, Paolo e Barnaba guariscono uno storpio. Stupefatti e grati, sia il popolo che il sacerdote pagano vogliono omaggiare gli apostoli con un culto. Paolo e Barnaba comprendono il pericolo e non permettono che la fede sia inquinata dall’errore.
Eppure la tentazione c'è. Il prefetto pagano di Roma (e cugino di sant’Ambrogio!) Simmaco, nel 384 chiede all’imperatore di reintrodurre il culto della dea della Vittoria al senato. Ragiona infatti così: “È giusto ritenere Uno Colui che tutti adorano... ma cosa interessa sapere con quale riflessione ciascuno ricerca il vero? Per una sola strada non si può giungere a cogliere un così gran mistero”.
Invece la Chiesa difende la verità della fede. È il suo compito. È vero che ci sono varietà di lingue e di culture e questo genera tradizioni diverse legittime nei vari popoli cristiani. È vero pure che si possono trovare molti semi di verità nella vita delle persone sincere che appartengono a religioni e filosofie diverse. Ma quando nel popolo cristiano si introduce o rimane l’idolatria, la superstizione, l’interesse materiale o la ricerca dei primi posti e del potere, si travisa la fede. Si vive allora un paganesimo con nomi e simboli cristiani. La tentazione mondana è sempre in agguato nel nostro cuore.


“Ho il timore che Dio lasci andare in rovina la Chiesa nei nostri territori a causa dei costumi depravati e delle nuove dottrine che si vanno affermando. Allo stato attuale delle cose penso che tra 100 anni della Chiesa in Europa non rimarrà nulla o assai poco”. Forse pensi che questa frase sia stata pronunciata di recente. Invece questa frase pessimistica è di San Vincenzo de Paoli e risale al lontano 1646. Da allora la Chiesa ha subito tante crisi gravi ma anche rifioriture di santi e di popolo, slanci missionari fecondi. Non lo ha fatto perché si è aggrappata al potere, alla repressione o ai simboli tradizionali (le tradizioni sane vanno custodite e anche difese praticandole). La Chiesa è durata in Europa tra noi per la misericordia di Dio ma anche, necessariamente, perché tanti hanno cercato di amare Dio con tutto il cuore, tutta la mente e tutte le forze, e il prossimo come se stessi, come ci ha insegnato e mostrato il Signore Gesù, purificando ogni giorno il loro cuore, le loro mani e le loro idee dalle incrostazioni di potere, vanità, attaccamento ai soldi, superstizione e idolatria. E questa lotta è continua, anche contro coloro che vogliono fare della fede un partito, o appropriarsi con menzogna di Dio. “Gott mit uns”! – Dio è con noi, dicevano alcuni. Dicevano ancora “Deutschland über alles” - “La patria dei tedeschi sopra tutto”. Hitler all’inizio si presentava pure come fedele cattolico. Infatti era battezzato cattolico. Molti ci sono cascati all’inizio. Sappiamo come è andata a finire. Ma non dobbiamo trincerarci dietro questi esempi massimi, pensando che questo monito non ci riguardi personalmente. La tentazione della mondanità è presente in tutti noi.
 «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» dice Gesù nel Vangelo di oggi. Queste sono le radici cristiane dell’Europa e il suo futuro.

Prima Lettura   At 14, 5-18
Vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando.
C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: «Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.

Salmo Responsoriale   Salmo 115
Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria.
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.
Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo.

Canto al Vangelo   Gv 14,26
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa,
dice il Signore,
e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Alleluia. 

Vangelo 
  Gv 14, 21-26
Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

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