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giovedì 30 maggio 2019

NON COMPRENDIAMO QUELLO CHE VUOL DIRE / giovedì VI° Pasqua

Maria meditava tutti questi eventi nel suo cuore.

Alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «… Non comprendiamo quello che vuol dire».
Ancora a noi oggi quel parlare di Gesù non appare tanto chiaro. Sopratutto paragonandolo a quello che sappiamo già: Gesù è stato crocifisso ma il terzo giorno è risorto. Questo è chiaro. Perché allora Gesù si esprime in questo modo? La ragione è che i discepoli non sono ancora capaci di portare il peso di tutta la verità. Infatti solo alcuni dei suoi discepoli si interrogano, gli altri neppure riescono a fare o a farsi domande. Ma non è forse quello che viviamo anche noi ogni giorno di fronte all’avvenire, alle minacce? Col senno di poi è tutto chiaro e più facile, sul momento dubitiamo, tentenniamo, siamo intimoriti.
Bisogna dire che c'è un altro aspetto. Di fronte al mistero di Dio quanti sono interessati? L’esperienza dice che quasi nessuno si avvicina al Signore per convertirsi, per entrare in comunione con lui davvero. Ci si avvicina a Dio perché risolva i nostri problemi, per strappargli le grazie, quasi fosse avaro o segretamente nostro nemico, o ancora incapace di dominare il male. Oggi questa ultima eresia si diffonde sotto l’apparenza di bontà di Dio: Dio non vuole il male, quindi tutto quello che non ti piace, ti fa soffrire, non viene da Dio! In ogni caso siamo chiusi su noi stessi, sul nostro orizzonte umano: quando Gesù sale al cielo, dopo quaranta giorni di catechesi in cui egli apre loro la mente all’intelligenza delle Scritture, i discepoli gli chiedono se è venuto il momento in cui ristabilirà il regno per Israele. (Atti 1,6).
Ma se è così perché Gesù parla con i suoi discepoli? Agendo nel silenzio, avrebbe poi spiegato ogni cosa dopo la risurrezione: tutto più semplice. Invece Gesù sa che anche se non è subito compresa, la sua parola accompagna comunque gli apostoli in questi momenti così difficili, e permette anche ai più aperti di addentrarsi fin da ora nel senso di ciò che sta accadendo. Ma ancora servirà poi da conferma preziosa: Gesù ce l’aveva detto! Gesù fa in qualche modo il profeta di se stesso, accompagna il cammino con la sua Parola, annuncia le cose a venire, secondo il modo di agire costante di Dio.
Anche se non comprendiamo, continuiamo a scrutare la Parola. Abbiamo l’umiltà di ascoltare. Non facciamo come quegli ebrei di Corinto che si chiudono alla predicazione di Paolo il quale, ad un certo punto, li abbandona. E anche se non siamo subito capiti continuiamo a dialogare con pazienza con gli altri.
“Maria da parte sua serbava tutte queste parole-segno meditandole in cuor suo” (Luca 2,19).

Prima Lettura   At 18, 1-8
Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 97
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! 

Canto al Vangelo
   Gv 14,18
Alleluia, alleluia.

Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
Alleluia.

Vangelo   Gv 16, 16-20
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

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