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lunedì 13 maggio 2019

LOURDES, FATIMA, MEDJUGORJE / 13 maggio



Non può mancare oggi in tutte le chiese e nelle famiglie il ricordo delle Apparizioni di Fatima.
Sono nato in una famiglia di devoti alla Vergine di Lourdes e di barellieri. In casa non mancavano statue della Vergine della grotta, foto e cartoline del Santuario. Dall’adolescenza in poi ho avuto tante volte l’occasione di andarci. Nei campi estivi nei Pirenei i padri di Bétharram ci portavano, poi da militare e da frate …
Per me da bambino e adolescente Lourdes era il meraviglioso delle apparizioni “della Madonna che sorride e perdona” come dice un bel canto francese, incastonato nel quadro stupendo della grotta e della sorgente accanto al torrente, e della montagna. Assomigliava in fondo ad una stazione termale di preghiera, ad una città di turisti-pellegrini. Solo da frate ho scoperto veramente l’aspetto sociale della vicenda di miseria di Bernadette e della sua famiglia, quella riva del “gave” inondabile dove i più miseri portavano le pecore a pascolare accanto ai porci del comune, Bartrès in collina con aria e cibo buoni e la decisione di Bernadette di lasciare quel posto per ritornare a Lourdes nello squallore del “cachot” pur di poter fare la prima comunione. Solo allora ho colto il messaggio delle letture proprie del Santuario che insistono sulla “umiltà della Sua serva” sulla quale si china il Dio che innalza gli umili e colma di beni gli affamati.
A Fatima sono andato una prima volta all’occasione di una missione di lavoro a Lisbona. Ero in ricerca della fede. Ancora a decine e decine di km da Fatima, mi hanno colpito i pellegrini a piedi lungo la strada, da soli o a gruppetti, sempre più numerosi, spesso con solo grossi calzettoni di lana. Al Santuario di nuovo vedevo la fede semplice della gente, certamente non intellettuale. Era il messaggio di cui avevo bisogno. La prima volta da frate fu invece tutto imperniato sulla Parola di Dio: prendi Maria con te!
In convento, Medjugorje è stato dall’inizio oggetto di conversazione. Man mano che arrivavano notizie e testimonianze, vedevamo gli effetti buoni in tanti, anche giovani, ma ci lasciava perplessi la tensione e la poca obbedienza dei frati al vescovo. Questo ultimo aspetto non è mai stato un buon biglietto da visita per Medjugorje. Non ho cercato di andarci. Quando finalmente sono andato, ho visto certamente un grande luogo di preghiera ma ho avuto l’impressione di non aver tanto bisogno di Medjugorje: ero ormai nella Chiesa e inserito in una comunità. Non è esclusa la mia presunzione ma oggettivamente è così. Le Apparizioni, quando sono vere, possono essere dei segni per la fede, mai delle basi di fede, diceva il Cardinale Ratzinger.
Ma Gesù è venuto perché “ abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”, e si è “fatto tutto a tutti”. Le Apparizioni mariane sono quella dolcissima iniziativa di amore di chi, potremmo dire con san Paolo, pur “essendo libero da tutti mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero” (1 Cor. 9,19; leggi fino al versetto 23). Questo chinarsi è la natura stessa della Madre verso i suoi figli, la natura stessa di Dio che è Amore. Ma lo scopo non è enfatizzare le visioni, i messaggi, i fenomeni straordinari. Al contrario. E se siamo rassicurati dall’affermazione di Gesù che vuole davvero per noi una vita felice e piena, non possiamo dimenticare la sua ammonizione: “io sono la porta, chi non entra dalla porta è un ladro e un brigante. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere!”
Nel recente sdoganamento dei pellegrinaggi a Medjugorje di papa Francesco c'è tutta la sollecitudine della Chiesa per le pecore perché possano trovare pascolo e camminare sicure. Sia per il conflitto con il vescovo locale che non riconosce nessuna delle presunte apparizioni, sia per il fatto che questi messaggi continuano (in modo anormale), il Papa non può emettere un giudizio su questi fenomeni. Secondo la Commissione di studio affidata al Cardinale Ruini, solo le 7 prime apparizioni hanno caratteri di autenticità. Le altre no. Ma se si costata che c'è un centro di preghiera mariana, dove gli insegnamenti, la liturgia e altre prassi sono conformi alla fede della Chiesa, sotto la guida di un vescovo delegato specialmente dal Papa, si può riconoscerne l’attività pastorale.

Colletta
O Dio, tu hai voluto che Maria, madre del tuo Figlio, fosse anche nostra Madre; fa’ che, perseverando nella penitenza e nella preghiera per la salvezza del mondo, ci adoperiamo con tutte le forze per la crescita del regno di Cristo. Egli è Dio.

Prima Lettura  At 11, 1-18
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!». 

Salmo Responsoriale
   Dai Salmi  41 e 42
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. 

Canto al Vangelo 
   Gv 10,14
Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.

Vangelo   Gv 10, 1-10
Io sono la porta delle pecore.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».   


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