Visualizzazioni totali

giovedì 17 maggio 2018

VIOLENZE IN TERRA SANTA: DIGIUNO E PREGHIERA IL 19 MAGGIO.

Scontri Striscia di Gaza - La Presse.

I Media ci rendono conto degli scontri in Terra Santa e dell’appello del Papa. Chi ha ragione tra i contendenti? E' difficile comprenderlo in una situazione così complicata, ma il problema, al nostro umile livello, non è quello. Il problema è che di violenza si muore, e non muoiono solo adulti ma anche ragazzini che pensano di fare un grande atto eroico e bruciano una vita, è morta un bambina di 8 mesi dopo aver inalato gli “innocui” gas lacrimogeni. Cosa ci faceva un bebè sul luogo degli scontri, lontana da casa sua? L'ha portata in braccio lo zio di 12 anni con il bus messa a disposizione dalla moschea per condurre i manifestanti alla zona frontiera! Nessuno l'ha fatto scendere ... Non è dunque una bandiera da mettere in giro per condannare la barbarie israeliana come fa qualcuno. Ma è morta, vittima innocente di questo clima ideologico di follia generale! Muoiono tanti feriti, e anche solo ammalati, per il blocco di Gaza: in questa situazione di emergenza la povertà estenuante diventa disastro umanitario perché mancano i mezzi di sussistenza di base: acqua, cibo, elettricità, medicine ….
A livello dei “Grandi”, da una parte e dall’altra, c'è chi soffia sul fuoco, incurante della vita dei poveri e dei piccoli. Noi invece vogliamo proteggere la vita ad ogni costo.
In una lettera del 15 maggio, a seguito dell’"ennesima esplosione di odio e violenza, che sta insanguinando ancora una volta la Terra Santa", Mons. Pierbattista Pizzaballa (il vescovo cattolico latino di Gerusalemme), ha scritto: "Invito tutta la comunità cristiana della diocesi ad unirsi in preghiera per la Terra Santa, per la pace di tutti i suoi abitanti, per la pace di Gerusalemme, per tutte le vittime di questo interminabile conflitto". "Dobbiamo pregare di più per la pace e per la nostra conversione, e per quella di tutti. Dobbiamo veramente pregare lo Spirito affinché cambi il nostro cuore per meglio comprendere la Sua volontà e darci la forza di continuare ad operare per la giustizia e la pace!". "Ancora una volta, come in una sorta di circolo vizioso, siamo costretti a condannare ogni forma di violenza, ogni uso cinico di vite umane e di violenza sproporzionata. Ancora una volta siamo costretti dalle circostanze a chiedere e gridare per la giustizia e la pace!".
A Gerusalemme sarà celebrata una veglia di preghiera per la pace sabato prossimo, vigilia di Pentecoste, alle ore 17.00.
Digiuniamo e preghiamo anche noi sabato 19 per la Pace in Terra Santa.

L’appello della Presidenza dei Vescovi Europei per la pace in Terra Santa.
16 maggio 2018
Ci associamo alla Chiesa Cattolica in Terra Santa per deplorare “l’ennesima esplosione di odio e di violenza, che sta insanguinando ancora una volta la Terra Santa” in questi giorni. La Presidenza del CCEE vuole testimoniare la vicinanza della Chiesa europea e accoglie l’invito dell’Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, S.E. Mons. Pierbattista Pizzaballa, per un tempo di preghiera per la pace in Terra Santa.
In questo senso, la Presidenza del CCEE, per esprimere con convinzione che la pace e la vita umana sono beni irrinunciabili e al di sopra di qualsiasi interesse nazionale e internazionale, invita le comunità e le singole persone, anche in Europa, a unirsi alla preghiera della Chiesa di Gerusalemme, attraverso un tempo di raccoglimento e di preghiera per la pace e la difesa della vita ad ogni costo, sabato 19 maggio, vigilia di Pentecoste.
S.Em. Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente del CCEE
S.Em. Cardinale Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster e Vicepresidente CCEE
S.E. Mons.
Stanisław Gądecki, Arcivescovo di Poznań e Vicepresidente CCEE

Nella giornata del 15 maggio è stato pubblicato anche un comunicato dell'Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, in cui si ribadisce la posizione, più volte ripetuta dalla Santa Sede, "sulla necessità di rendere Gerusalemme una città aperta a tutti i popoli, il cuore religioso delle tre religioni monoteiste, ed evitare misure unilaterali"."Chiamiamo tutte le parti coinvolte a evitare l'uso della violenza e a trovare modi per porre fine il prima possibile all'assedio imposto a circa due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza", si legge nel comunicato.

Nessun commento:

Posta un commento