Concludiamo oggi questo assaggio del "Trattato" con, dopo la messa in guardia contro le falsificazioni, l'esposizione da parte del Montfort delle caratteristiche della Vera Devozione a Maria. Penso che questi righi risuoneranno dolci al cuore del lettore. Ma evitiamo una lettura superficiale. E forse il modo più sicuro e semplice per evitare il rischio di superficialità è di leggere con calma, in condizioni che permettano di meditare, ma soprattutto di rileggere più volte, magari anche a distanza di tempo. Per chi crede di comprendere tutto subito e di non aver bisogno di certe raccomandazioni, sarà utile ricordare che un certo Karol Wojtyla, quando scoprì questo libretto, si mise a leggerlo in continuazione, riprendendolo da capo appena arrivato alla fine. E questo lo fece per un lungo periodo.
Quando anch'io ho scoperto il "Trattato" vi ho visto innanzitutto la promessa di sicurezza e maggiore facilità per la via della salvezza. E questo ci sta veramente nel testo del Montfort e nell'esperienza dei cristiani con Maria. Ma questa promessa la comprendevo come la possibilità di una conversione con lo sconto. Solo in un secondo tempo mi resi conto che era un aiuto a vivere pienamente le promesse battesimali e quindi una certezza maggiore di arrivare alla conversione totale, alla conformazione totale al Signore Gesù.
PARTE SECONDA – CAPITOLO TERZO
LA VERA
DEVOZIONE A MARIA [105]
Scoperte e
condannate le false devozioni alla Vergine santa, bisogna definire brevemente
quella vera. Essa è: 1. interiore; 2. tenera; 3. santa; 4. costante; 5.
disinteressata.
1. Devozione
interiore [106]
1) La vera devozione a Maria è interiore; parte, cioè, dalla
mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei, dall'alta idea che ci
si forma delle sue grandezze e dall'amore che le si porta.
2. Devozione
tenera [107]
3. Devozione
santa [108]
3) La vera devozione a Maria è santa, cioè con duce l'anima ad
evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine, in modo particolare le
dieci virtù principali della santissima Vergine: umiltà profonda, fede viva,
obbedienza cieca, orazione continua, mortificazione universale, purezza divina,
carità ardente, pazienza eroica, dolcezza angelica e sapienza divina.
4. Devozione
costante [109]
4) La vera devozione alla Vergine è costante: conferma l'anima
nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà. La
rende coraggiosa nell'opporsi alle mode e alle massime del mondo, alle molestie
e agli stimoli della carne, e alle tentazioni del demonio. Pertanto una persona
veramente devota della Vergine santa non è per nulla volubile, triste,
scrupolosa o timorosa. Non già che non cada e non provi talora nessun gusto
nella devozione, ma se cade, si rialza tendendo la mano a colei che le è madre
buona; se si trova senza gusto né fervore sensibile, non se ne affligge.
Infatti il giusto e il devoto fedele di Maria vivono della fede di Gesù e di
Maria, e non dei sentimenti della natura.
5. Devozione
disinteressata [110]
5) Infine, la vera devozione a Maria è disinteressata:
muove l'anima a non ricercare se stessa, ma Dio solo nella sua santa Madre. Un
vero devoto di Maria non serve questa augusta Regina per spirito di lucro e di
interesse, per il proprio bene temporale o eterno, corporale o spirituale, ma
unicamente perché ella merita di essere servita, e Dio solo in lei. Non l'ama
perché abbia ricevuto o speri ricevere favori, ma perché ella è degna di amore.
Per questo l'ama e la serve fedelmente, sia nelle freddezze e nelle aridità che
nelle dolcezze e nei fervori sensibili. L'ama tanto sul Calvario quanto alle
nozze di Cana. Come è gradito e prezioso agli occhi di
Dio e della sua santa Madre un tale devoto, che non ricerchi in nulla se stesso
nel servirla! Ma adesso, come è raro!
Appunto perché non sia più così raro, ho
preso la penna in mano per mettere in scritto ciò che ho insegnato con frutto
in pubblico e in privato nelle missioni, per parecchi anni. [111] Ho già detto
molte cose sulla Vergine santissima. Ma ne ho ancora di più da dire e ne
tralascerò una infinità d'altre, sia per ignoranza ed incapacità, sia per
mancanza di tempo, nell'intento che ho di formare un vero devoto di Maria e un
vero discepolo di Gesù Cristo. [112] Quanto sarebbe spesa bene la mia fatica,
se questo piccolo scritto, capitando fra le mani di un cristiano ben disposto,
nato da Dio e da Maria e «non da sangue, né da volere di carne, né da volere di
uomo», gli scoprisse ed ispirasse, con la grazia dello Spirito Santo,
l'eccellenza e il valore della vera e solida devozione a Maria, quale sto per
esporre! Se sapessi che il mio sangue colpevole potesse servire a far penetrare
nei cuori le verità che scrivo in onore della mia amata Madre e augusta
Sovrana, di cui sono l'ultimo dei figli e schiavi, me ne servirei, invece
dell'inchiostro, per tracciare questi caratteri. Spero infatti in tal modo di
trovare anime, che con la loro fedeltà alla pratica che insegno, compenseranno
la mia cara Madre e Sovrana, dei danni subiti per la mia ingratitudine e
infedeltà. [113] Mi sento più che mai spinto a credere e sperare tutto quanto
ho profondamente impresso nel cuore e da tanti anni vado chiedendo a Dio:
presto o tardi, la Vergine santa avrà più che mai figli, servi e schiavi
d'amore e, per tal mezzo, Gesù Cristo, mio amato Signore, regnerà più che mai
nei cuori. [114] Prevedo che molte bestie frementi verranno infuriate per
dilaniare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale
lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per seppellirlo nelle
tenebre e nel silenzio d'un cofano, perché non sia pubblicato. Assaliranno
anzi, e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e lo metteranno in
pratica. Ma non importa! Tanto meglio! Questa visione mi dà coraggio e mi fa
sperare un grande successo, cioè la formazione di uno squadrone di bravi e valorosi
soldati di Gesù e di Maria, dell'uno e dell'altro sesso che combattano il
mondo, il diavolo e la natura corrotta, nei tempi difficili più che mai vicini.
«Chi legge comprenda». «Chi può capire, capisca»
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