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lunedì 28 maggio 2018

CIO' CHE E' IMPOSSIBILE AGLI UOMINI / lunedì VIII° sett T.O.



Cristo e il Giovane ricco - Henrich Hofmann.
Sempre gioiosi dunque perché la nostra eredità sta al sicuro, conservata nei cieli! (prima lettura).
Ma nel frattempo come vivere? L’ultima frase del Vangelo è frustrante pur essendo anche consolante. Gesù sembra dirci che, qualunque sforzo facciamo o faremo, vivremo sempre nella miseria dei nostri attaccamenti, dei nostri peccati, però, coraggio, ci promette la salvezza.
E per molto tempo l’ho capita così. Vivrò da verme tutta la vita ma poi il Signore non mi abbandonerà, mi salverà in ultimo. Massima umiltà e abbassamento ... Tutto questo è vero ma incompleto.
C'è un altro modo di comprendere e soprattutto di sperimentare questa frase:  è vero, senza Dio non possiamo fare nulla, solo Dio salva. Ma in Gesù Cristo, in Dio incarnato, egli ci salva adesso, ci innalza, ci fa sperimentare la risurrezione, almeno la caparra. So bene che da solo non posso fare nulla, ma se egli mi invita a lasciare tutto oggi e a seguirlo oggi, così come sono, tagliando con il mio passato, affidandogli tutto il mio passato, Gesù inizia in me un processo di guarigione, mi cambia dentro.
Devo dunque fare come san Pietro che dice a Gesù: “Signore, da chi andremo, tu solo hai parole di Vita Eterna”, o ancora: “Signore tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. Devo dire come questo padre: “io credo Signore, aiutami nella mia incredulità”. Quello che mi da Gesù è solo una caparra della Vita Eterna e io non saprò mai quanto questa quantità che non mi colma totalmente dipende dalla saggezza di Dio che non vuole che io mi inorgoglisca per i suoi doni, o dalla mia troppo imperfetta consegna a Lui. Ad una mistica francescana, il Signore diceva: “fatti capacità (svuotati) e mi farò torrente di grazie”. Credo che non devo troppo preoccuparmene, perché non devo ripiegarmi su me stesso ma camminare lieto nella speranza. Infatti comunque sia, “infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria” (2 Cor 4,17).
Una trappola terribile  che ci impedisce di consegnarci totalmente a Dio è spesso il coltivare (volontariamente) i sensi di colpa. Ma Dio è più forte dei miei sensi di colpa e posso affidarmi a Lui così come sono, se sono pronto a lasciarmi cambiare. Devo scrivere qualcosa sul senso di colpa anche perché quello che ho letto sulla manipolazione delle coscienze da parte del prete Karadima in Cile di cui si parla molto in questi giorni mi spinge a farlo.

Prima Lettura   1 Pt 1, 3-9
Voi amate Gesù Cristo, pur senza averlo visto e credete in lui; perciò esultate di gioia indicibile.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 110
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza. 
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. 
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.
Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre.  

Canto al Vangelo 
  2 Cor 8,9 
Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.
Vangelo   Mc 10, 17-27
Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». 

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