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mercoledì 2 maggio 2018

MESE MARIANO: IL SILENZIO COME BASE DELLA COMUNICAZIONE

Papa Francesco incontra i Dirigenti e il Personale di "Avvenire" con le  famiglie - Sala Clementina.

Ieri, 1° maggio, papa Francesco ha rivolto al personale del quotidiano Avvenire e ai loro familiari una riflessione molto profonda e utile per tutti noi che viviamo la civiltà digitale e scambiamo continuamente informazioni, in particolare tramite i cosiddetti “Social”. Il Papa offre san Giuseppe come modello del comunicatore. Non è scontato perché

“... Giuseppe è l’uomo del silenzio. A prima vista, potrebbe perfino sembrare l’antitesi del comunicatore. In realtà, solo spegnendo il rumore del mondo e le nostre stesse chiacchiere è possibile l’ascolto, che rimane la condizione prima di ogni comunicazione. Il silenzio di Giuseppe è abitato dalla voce di Dio e genera quell’obbedienza della fede che porta a impostare l’esistenza lasciandosi guidare dalla sua volontà.
… Oggi «la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e di giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta» (Messaggio per la 48ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 1 giugno 2014). Anche come Chiesa siamo esposti all’impatto e all’influenza di una cultura della fretta e della superficialità: più che l’esperienza, conta ciò che è immediato, a portata di mano e può essere subito consumato; più che il confronto e l’approfondimento, si rischia di esporsi alla pastorale dell’applauso, a un livellamento del pensiero, a un disorientamento diffuso di opinioni che non si incontrano.
Il falegname di Nazareth ci richiama all’urgenza di ritrovare un senso di sana lentezza, di calma e pazienza. Con il suo silenzio ci ricorda che tutto ha inizio dall’ascolto, dal trascendere sé stessi per aprirsi alla parola e alla storia dell’altro.
...  Non stancatevi di cercare con umiltà la verità, a partire dalla frequentazione abituale della Buona Notizia del Vangelo. … Avrete, allora, luce per il discernimento e parole vere per cogliere la realtà e chiamarla per nome, evitando di ridurla a una sua caricatura.
… Ascoltate, approfondite, confrontatevi. State lontani dai vicoli ciechi in cui si dibatte chi presume di aver già capito tutto.
... Tale fede coinvolge nell’azione e suscita buone abitudini. È sguardo che accompagna processi, trasforma i problemi in opportunità, migliora e costruisce la città dell’uomo. Vi auguro di saper affinare e difendere sempre questo sguardo; di superare la tentazione di non vedere, di allontanare o escludere. E vi incoraggio a non discriminare; a non considerare nessuno come eccedente; a non accontentarvi di quello che vedono tutti. Nessuno detti la vostra agenda, tranne i poveri, gli ultimi, i sofferenti. Non ingrossate le fila di quanti corrono a raccontare quella parte di realtà che è già illuminata dai riflettori del mondo. Partite dalle periferie, consapevoli che non sono la fine, ma l’inizio della città.
Come avvertiva Paolo VI, «… dobbiamo educare a pensare, a giudicare» (Discorso agli operatori delle comunicazioni sociali, 27 novembre 1971).
… Vi incoraggio a custodire lo spessore del presente; a rifuggire l’informazione di facile consumo, che non impegna;
… Non abbiate paura di essere coinvolti. Le parole – quelle vere – pesano: le sostiene solo chi le incarna nella vita. La testimonianza, del resto, concorre alla vostra stessa affidabilità. Una testimonianza appassionata e gioiosa....”

Tante volte vediamo i nostri gruppi di Social riempiti di tanti testi o video di dubbia qualità, quando non sono talvolta in contraddizione con l’insegnamento e la sana tradizione della Chiesa, o con la necessaria comunione con il Papa e i legittimi Pastori.

Spesso queste “comunicazioni” sono frutto dello stupidissimo “copia e incolla” fino al punto che colui che le diffonde non ha nemmeno lui letto e capito cosa diffonde. Questo è grande irresponsabilità e non è degno di un cristiano che il suo sguardo di fede spinge a discernere per scartare l’inutile e, a maggior ragione, il dannoso. Non è degno del cristiano che si auto educa o si lascia educare alla riflessione, alla ricerca della verità nel confronto serio, nella non presunzione di sapere già tutto, ma si mette alla scuola paziente dei fatti e dei maestri veri. Non è degno del cristiano che, più che seguire la vanità del voler apparire, o della mera curiosità, vuole agire, vuole incontrare realmente le persone e non accontentarsi di relazioni virtuali.

San Giuseppe e la Madonna e il loro silenzio fecondo siano i nostri maestri.

Invito a leggere tutto il discorso del Papa.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2018/5/1/personale-avvenire.html 

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