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mercoledì 16 maggio 2018

AFFIDATI ALLA PAROLA DELLA GRAZIA CHE HA LA POTENZA DI EDIFICARE / mercoledì VII° sett. Pasqua

Prima riunione di papa Francesco con i vescovi del Cile.

Tra le tante intenzioni di preghiera che ognuno porta venendo a Messa, da quelle molto personali e struggenti o che comunque riguardano persone conosciute, agli avvenimenti tragici quotidianamente raccontati dai mass media (che dolore per quello che succede nella Terra di Gesù!), come cristiani non può non starci a cuore l’incontro del Papa con i vescovi cileni e che troviamo riflesso nelle letture di oggi.
Dopo gli scandali pedofilia e relativi insabbiamenti, papa Francesco ha convocato tutti i vescovi del Cile in Vaticano. Certamente ci saranno decisioni operative ma ieri il Papa ha dato loro innanzitutto un testo da meditare prima di ricontrarsi questo pomeriggio. Come un ritiro spirituale. Perché la Chiesa non è una multinazionale che magari fa perdite in una nazione per cui si raduna lo staff, ma è “la Chiesa di Dio, che Egli si acquistata col sangue del proprio Figlio”, versato per puro amore, per amore del gregge, tra i cui membri alcuni sono stati costituiti “custodi e pastori”. Il Papa affida ancora una volta i suoi fratelli nell’episcopato  “a Dio e alla parola della sua grazia”.  
Ai preti di Roma, per la Quaresima, papa Francesco aveva dato un questionario sulle “malattie spirituali”. In questi giorni ha fatto con loro il bilancio notando come la scoperta o la sottolineatura di queste malattie porta sì alla vergogna profonda ma non alla disperazione, perché mettono anche in evidenza come il Signore non abbandona il peccatore ma lo cerca con amore di Padre ed esalta in lui la sua misericordia, rafforzando ogni volta la sua fiducia di essere amato gratuitamente, di un amore eterno e potente.
Il Signore ci custodisca dal maligno e ci consacri nella verità della sua misericordia.

Prima Lettura      At 20,28-38
Vi affido a Dio, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità.

Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio.
Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.
E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati.
Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”».
Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 67
Regni della terra, cantate a Dio.


Oppure:
Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo.

Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza.

La sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio! 

Canto al Vangelo 
  Gv 17,17
Alleluia, alleluia.

La tua parola, Signore, è verità:
consacraci nella verità.
Alleluia.

Vangelo  
Gv 17,11b-19
Siano una cosa sola, come noi.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, 
[Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». 

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