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giovedì 10 maggio 2018

PAOLO AD ATENE E A CORINTO: LO ZELO PER L'EVANGELIZZAZIONE / giovedì VI° sett. Pasqua

Raffaello - Paolo predica all'Aeropago.
Royal Collection of the United Kingdom, Pubblico dominio, 
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1718078


 Ieri abbiamo ascoltato un’esperienza straordinaria di san Paolo: ad Atene rivolge un discorso agli areopagiti che si rivelerà un fiasco. Perché allora metterlo nella Sacra Scrittura? Perché impariamo che anche i santi sbagliano, anche loro vanno a tentativi, anche loro si espongono alla derisione e apprendono dai loro errori.
Cosa c'è che non va in questo discorso? Quello che dice san Paolo è tutto vero ma non risulta opportuno come annuncio, perché è rivolto all’intelligenza e non al cuore. La Risurrezione di Cristo è presentata come il grande miracolo che prova che Gesù è stato indicato da Dio come giudice del mondo, non come potenza che entra nella mia vita mortale e mi permette di superare la mia propria morte (le mie varie morti) e la paura di essa che mi tiene schiavo.
Come san Paolo è arrivato a questo? San Paolo ad Atene freme perché vede che questa città, capitale di una civiltà molto avanzata è però piena di idoli, di culti aberranti che sono un’offesa proprio all’intelligenza che onora tanti i greci. Paolo nel frattempo non si accontenta di evangelizzare nella sinagoga, ma parla anche in piazza con tutti quelli che incontra. Tra questi alcuni filosofi che passano il loro tempo a discutere delle ultime novità, non ad aprire il cuore, lo portano all’Aeropago perché quello che considerano un ciarlatano esprima in pubblico ciò che per loro è una curiosità che può sconfiggere almeno per un momento la noia della vita. Paolo non si tira indietro e imposta il suo discorso dal punto di vista dell’intelligenza che i filosofi vogliono privilegiare. Ma Dio non salva gli intelligenti, salva i suoi figli mortali. Le poche persone che si convertono ad Atene lo fanno perché, oltre le parole di Paolo, vedono lui che mette la faccia in questa sfida per amore di Cristo e come lui sopporta la derisione? 
Da questa esperienza Paolo comprende subito che deve annunciare solo Cristo e questi crocifisso anche se è stoltezza per i pagani. Lo ricorda scrivendo ai Corinzi che ha visitato subito dopo Atene (1 Cor 1,23; 2,2). Infatti a Corinto il suo zelo per l’evangelizzazione si rafforza e si dimostra concreto e duttile nelle varie situazioni (lettura di oggi).
La Madonna ci doni questo spirito di amore zelante per gli uomini e le donne - giovani e vecchi - di questa nostra generazione che non conoscono Cristo, e sono senza speranza e senza punti di riferimenti in questo mondo.


Prima Lettura   At 17,15-18,1
Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio.

Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l’ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
Paolo, in piedi in mezzo all’Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un Dio ignoto”.
Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui anche noi siamo stirpe”.
Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un’altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.

Prima Lettura   At 18, 1-8
Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 97
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Oppure:
La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! 

Canto al Vangelo
   Gv 14,18
Alleluia, alleluia.

Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
Alleluia.

Vangelo   Gv 16, 16-20
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».


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