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venerdì 18 maggio 2018

PAOLO E LA LUNGA ATTESA DEL GIUDIZIO / venerdì VII° sett. Pasqua

Paolo davanti a Festo, Agrippa e Berenice.

Domani dobbiamo finire la lettura a Messa degli Atti degli Apostoli perché si conclude il Tempo Pasquale. Per questo motivo si saltano molti episodi tra un brano e l’altro nella proclamazione liturgica. Questo forse ci nasconde la lunghezza di certi tempi. Paolo agli anziani di Efeso consegna le sue raccomandazioni e afferma con molta sicurezza che non si rivedranno più. Va a Gerusalemme e le nubi più nere sembrano addensarsi sulla sua vita. Ma non è subito la fine! È vero, sarà arrestato a Gerusalemme e, in qualche modo protetto dall’autorità romana però stando in carcere: da Gerusalemme sarà portato a Cesarea per maggiore sicurezza, lì ci sarà un avvicendamento tra i governatori e il nuovo governatore si troverà tra i vari problemi da affrontare anche quello di Paolo. Non sarà evidentemente la sua priorità. E passa il tempo … “in attesa di giudizio”…. Fin quando arriva il re Agrippa: è l’episodio che ascoltiamo oggi. Da lì poi Paolo andrà a Roma ecc.
Questa lettura mi suggerisce due riflessioni:
Non è subito la fine! Paolo non muore a Gerusalemme e la sua vita porta ancora stupendi frutti. È un piano che il Signore sta attuando. Lo stesso succederà con Pietro al quale Gesù annuncia nel Vangelo di oggi con quale morte glorificherà Dio, ma tra questo annuncio e il suo martirio c'è la Pentecoste e tutta la missione evangelizzatrice di Pietro!
Dio sta all’opera! Per un temperamento così attivo e protagonista come quello di Paolo questi tempi di carcere sono certamente molto lunghi, con aspetti molto penosi, e mettono alla prova totalmente la sua personalità e la sua fede. Ma Dio sta all’opera! Abbiamo tra l’altro come frutti infatti “Le lettere della Prigionia”. Paolo ridotto all’inattività quasi totale matura in modo stupendo e riversa questa sua fede e questa sua spiritualità più mature sui credenti di allora e di tutti i secoli a venire!
Dirlo da lontano è molto bello, essere gettato in queste situazioni è molto diverso, ma la verità è quella: Non è subito la fine, Dio sta all’opera!

Prima Lettura   At 25,13-21
Si trattava di un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
«C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa.
Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».

Salmo Responsoriale    Salmo 102
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno dòmina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.

Canto al Vangelo
   Gv 14,26 
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa;
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.


Vangelo  
 Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, 
[quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». 

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