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giovedì 28 maggio 2020

TUTTI SIANO UNA COSA SOLA (non è forse esagerato?) / giovedì dopo l'Ascensione




Ieri Gesù pregava per gli apostoli, per i suoi amici più vicini e direttamente coinvolti in una situazione molto difficile. E in mezzo a quelle difficoltà le promesse di Gesù, il suo sguardo sono molto alti. Egli si presenta veramente come vincitore. La croce non è una sconfitta ma la prova della sua vittoria.
Oggi, Gesù prega per noi, per quelli che, in tutte le generazioni, crederanno in lui per mezzo della Chiesa, dell’annuncio degli altri cristiani. E la sorte riservata a noi, a quelli che vengono dopo, non è minore, inferiore. È uguale. Non esiste l’età d’oro in cui tutto andava bene e in cui privilegiati che non siamo noi, hanno potuto godere di un “paradiso in terra” che ci è rifiutato. Esistono le epoche di fondazione (della Chiesa, delle Chiese, degli Ordini religiosi e dei movimenti di spiritualità) in cui Dio dà dei carismi speciali che accompagnano la santità dei fondatori, ma per il Signore l’attesa di santità e l’offerta di grazia nei confronti di chi viene dopo non è minore. San Massimiliano Kolbe notava che i frati chiedevano una santità che sia una parte della santità di san Francesco, al massimo una santità che sia uguale alla sua. E diceva: è sbagliato, dobbiamo chiedere una santità doppia di quella di san Francesco, molto più grande della sua, perché questo è il desiderio, il progetto di Dio. Un conto è il riconoscere umilmente di essere limitato e peccatore, vedere la propria debolezza, un conto è rinunciare alla santità. Teresa d’Avila diceva che una grande grazia ricevuta era stata quella di aver sempre coltivato “grandi desideri!”. È comune tra i santi iniziare la giornata oppure dopo la confessione, esclamando: “adesso comincio!”, “adesso sono nato!”.
Gesù vuole che i suoi discepoli, in modo particolare le comunità cristiane “siano Uno come tu Padre ed io, siamo Uno nello Spirito Santo”. Questa unità è opera dello Spirito Santo. Non solo come indicazioni e mezzi di santità dati dalla Chiesa che vengono dallo Spirito di Dio, ma proprio come azione diretta di questo Spirito che fonde i suoi eletti in Uno e non può essere descritto e pianificato da nessun uomo.
Ma anche tra chi ha iniziato un cammino di santità, molti motivi, sia pure la sola conoscenza dei propri peccati, portano spesso alla rinuncia. Questo è l’errore più grosso che si possa fare.
  
Prima Lettura    At 22,30; 23,6-11
E' necessario che tu dia testimonianza anche a Roma.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, 
[il comandante della coorte,] volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui Paolo veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.
Paolo, sapendo che una parte era di sadducèi e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti».
Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducèi e l’assemblea si divise. I sadducèi infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato».
La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza.
La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma». 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Canto al Vangelo   Gv 17,21 
Alleluia, alleluia.

Siano tutti una cosa sola,
come tu, Padre, sei in me e io in te,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Alleluia.

Vangelo  
 Gv 17,21
Siano perfetti nell'unità.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, 
[Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

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