Sembra che la prima lettura di oggi non offra nulla
di rilevante. Ci permette sopratutto di comprendere perché domani Paolo sarà a
Roma. Infatti, per poter concludere il tempo di Pasqua con l’ultima pagina
degli Atti, la lettura liturgica salta due capitoli: tutto il viaggio e il
naufragio che fa approdare a Malta. Potrebbe essere una buona idea di leggerli privatamente
oggi per gustare ciò che la liturgia non riesce a proporci.
Da prigioniero Paolo diventerà una figura preminente
e nella tempesta tremenda che investe la nave, salverà la vita di tutti, prigionieri,
soldati ed equipaggio. Inoltre potrà introdurre il Cristianesimo nell’isola di
Malta, prima di giungere a Pozzuoli dove troverà già dei cristiani e proseguire
il suo viaggio verso Roma.
Sapendo che deve testimoniare a Roma, in questo viaggio
Paolo è più forte di fronte alla tempesta, perché egli sa che avrà in qualche modo la vita salva. Ma questo non lo rende
spericolato. Non si deve tentare Dio. Proprio la sua fede lo rende più libero e
attento nei ragionamenti, prudente. Egli sconsiglia di lasciare il porto di Creta
dove sono arrivati a fatica e di passare lì l’inverno, ma non viene ascoltato.
Il Signore accompagna sempre i suoi eletti, ma a
condizione che essi accompagnino Lui. Infatti la Sposa segue lo Sposo. Che senso
avrebbe se uno volesse dirsi cristiano e non volesse seguire Gesù Cristo? Quanti
però sono quelli che dicono: “Gesù è tutto per me (cioè: lo amo tanto)!” ma non
sono disposti a seguirlo nell’abbassamento, nel disagio, nel servizio? Nel Vangelo
di oggi Gesù risana il rapporto tra lui e Pietro fondandolo non su un impegno
di buona condotta morale da parte di Pietro ma su una sola realtà e condizione: l’amore.
Questo amore implica una conseguenza: seguimi!, anche se non mi ami come ti
amo, ma soltanto mi vuoi bene. E pur non riuscendo ad amare Gesù alla perfezione,
Pietro viene investito di una missione enorme e seguirà Gesù dove non avrebbe
scelto.
Ricordiamo con gioia oggi Paolo VI, riformatore insieme coraggioso e paziente. Il suo seguire Gesù l'ha portato a molti viaggi, ma soprattutto al viaggio interiore e al grande coraggio di raccogliere l'eredità del Concilio rimasto incompiuto con la morte di Giovanni XXIII, e di metterlo in pratica in mezzo a tanti esperimenti imprudenti e tante resistenze arroccate, accogliendo i veri frutti del Concilio. Si dice che ogni grande Concilio, guidato dallo Spirito Santo, ha tre fasi: il tempo degli uomini che seduti in Concilio, prendono le decisioni, il tempo del diavolo che cerca di sviare e far fallire il Concilio, il tempo di Dio quando il Concilio viene accettato e porta i suoi frutti profondamente nella vita della Chiesa. Faccio fatica a comprendere che, dopo tanto tempo, ci siano ancora delle resistenze. Solo con la costante approvazione e l'impegno di applicazione di sette Papi diversi, diversi anche per personalità e sensibilità, il Concilio Vaticano II dovrebbe apparire chiaramente a tutti come un'opera di Dio. Altrimenti bisogna dire che la Parola di Gesù: "Le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa" è falsa!
Prima
Lettura At 25,13-21
Si trattava di un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Si trattava di un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
«C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa.
Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».
Salmo Responsoriale Salmo 102
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.
Benedici
il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Perché
quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Il
Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno dòmina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.
Canto al Vangelo Gv 14,26
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa;
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.
Vangelo Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
e il suo regno dòmina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.
Canto al Vangelo Gv 14,26
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa;
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.
Vangelo Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
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