Raccomandando sempre di leggere l'omelia del Papa del mattino, continuiamo un discorso sul discernimento cristiano. Si impara, è complicato? Il discernimento cristiano in fondo è
semplice. Perché il Vangelo è semplice. Il
Vangelo è fatto per i semplici dice Gesù. E meno male. Ma essere semplice non significa
essere saputello, né significa di non aver bisogno di imparare.
Credo che si possa paragonare in qualche
modo allo sport. In genere le regole degli sport sono semplici. Altrimenti non si
potrebbe giocare al calcio in tutto il mondo e nei luoghi più disparati. Altri sport più individuali come il tennis, hanno regole ancora più semplici. Infatti i
grandi giocatori molto spesso sono persone che hanno fatto pochi studi
scolastici. Non è difficile comprendere il limite che decide se la pallina
rimane in campo oppure no, oppure il modo di contare il punteggio per vincere
la partita. Ma conoscere le regole di uno sport non fa di me un campione. Ci
sono altre dimensioni, anche queste semplici nella teoria, che devo rispettare assolutamente:
innanzitutto comprendere e osservare ciò che si chiamano i fondamentali di quello sport. Se
sbaglio presa della racchetta, oppure gli appoggi dei piedi, la posizione del
corpo quando colpisco la pallina, non ottengo i risultati sperati. Ma a
differenza, del punteggio, o altre regole che sono esterne a me, è qualcosa di
cui mi devo rendere conto su me stesso, di cui devo fare esperienza prendendo
coscienza di quello che faccio realmente, non di quello che sogno di fare, e,
infine, devo darmi i mezzi per arrivare al livello desiderato. Questo è il
difficile.
Ti accorgi allora che diventare campione impegna tutta la vita, e che non hai mai finito di imparare e di mantenere l’acquisito. Esige la preparazione atletica, la dieta, la disciplina di vita: devi fare delle scelte e quindi delle rinunce materiali e relazionali. Rafael Nadal diceva: qualcuno pensa chi sa quali sfrenatezze desidero, discoteca o altro. Invece penso soltanto: “Ah se potessi mangiare un po’ di Nutella!”
Anche la guida è necessaria anche se forse
il tuo coach non è un campione della tua levatura. Senza un maestro, o almeno
un confronto con qualcuno che possa aiutarti a vedere te stesso e
razionalizzare i tuoi progressi, non arriverai da nessuna parte. Infine, i
campioni riconoscono tutti di aver imparato più dai loro errori e fallimenti che
dai loro successi.
Ecco, nel Cristianesimo trovi elementi che richiamano tutto questo: un gioco semplice che prende (e salva) la vita, dove non finisci mai di perfezionarti con la pratica, la meditazione e l'aiuto della "scuola", del "coach", della Chiesa. Ma non solo il Cristianesimo è molto più bello in tutti i sensi, ma è anche ancora più semplice. Non sono necessari talenti naturali o
intelligenza, ci vuole solo la chiamata che è gratuita e abbondante da parte di
Dio. Poi ci vuole tanta fiducia in Dio. La fiducia sempre al primo posto. Ci vuole
anche tanta assiduità, tanta perseveranza, tanto lavoro su se stesso. Non c'è bisogno
di studiare grossi libri complicati, ma di essere attento al proprio cuore, sì!
Infatti bisogna comprendere quali idoli, quali tranelli albergano in esso. E bisogna conoscere Gesù, nutrirsi di Gesù. Nutrirsi attraverso i sacramenti, ma prima ancora attraverso la
Scrittura che deve diventare il mio libro di preghiera fondamentale.
Dobbiamo parlare ancora di altri fondamentali
del Cristianesimo, della base dalla quale tutto proviene. Qual è il contenuto del
Vangelo che hai ricevuto e vuoi annunciare agli altri?
Nessun commento:
Posta un commento