Il Concilio di Gerusalemme segna una svolta
fondamentale nella Storia della giovane Chiesa e questa svolta incide sulla Chiesa
per sempre. Lo Spirito Santo spinge all’apertura universale fondata sulla Buona
Notizia di ciò che Dio ha realizzato in Gesù Cristo. Un’apertura tanto più
larga e dinamica quanto più strettamente è fedele alla verità di Dio, cioè l’Amore
fino alla fine manifestato in Gesù, crocifisso per il perdono di tutti i
peccati, per riscattare tutti i peccatori, che ha trionfato in modo assoluto sul male
e sulla morte. Questa è la nostra Roccia. Il Cristianesimo è fondato sulla
Risurrezione di Gesù Cristo e il kerigma è il veicolo principale per portare agli
uomini il beneficio della Grazia.
In quel tempo, alcuni non comprendono questa apertura e questo dipendere
esclusivamente dall’Amore supremo manifestato sulla croce che abolisce il muro di separazione tra ebrei e pagani, e relativizza in modo radicale tante
pratiche e mezzi di santificazione che erano “da sempre" considerati parte integrante delle condizioni per la salvezza e dell’Alleanza con Dio.
Ci sono quindi già nella Chiesa delle
sensibilità diverse. Il problema è che alcuni (senza mandato) si vogliono fare
maestri e imporre la loro visione. Il Concilio mostra la capacità della Chiesa di
affrontare i problemi che pone la vita nuova in Cristo e ricomporre l’unità. Questo
è importantissimo! Anche perché l’opera incessante dello Spirito Santo, con il
suo sapore di novità inesauribile, necessita
per diventare patrimonio sicuro dei credenti, della conferma della Chiesa guidata
dallo stesso Spirito Santo.
Ma il punto è anche che questo primo Concilio è stato
reso necessario dall’esistenza di un falso Vangelo.
Tu annunci agli altri la Buona
Notizia, oppure, andando alle somme, il tuo annuncio è una Notizia senza sostanza
vera oppure addirittura una Cattiva Notizia, ammantata di religiosità? È fondamentale
riflettere su questo punto. Questo discernimento è fondamentale. Da bambino e
ragazzo l’Annuncio che ricevevo era molto portato sul Giudizio di Dio e anche,
per mia riflessione più che altro solitaria, inquinato dall’ombra terribile
della Predestinazione. Dio Maestoso e Giudice delle mie azioni, al cui sguardo
non si può scappare, e non Salvatore infinitamente misericordioso che si muove per
primo e instancabilmente alla ricerca della Pecorella smarrita. Non una proposta di vita felice, ma delle condizioni e delle rinunce imposte per non andare all'inferno e ottenere il paradiso.
Prima
Lettura At 15, 22-31
E’ parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro
obbligo al di fuori di queste cose necessarie.
In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 56
Ti loderò fra i popoli, Signore.
Saldo
è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.
Ti
loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
Canto al Vangelo Gv 15,15
Alleluia, alleluia.
Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre
l'ho fatto conoscere.
Alleluia.
Vangelo Gv 15, 12-17
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
Canto al Vangelo Gv 15,15
Alleluia, alleluia.
Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre
l'ho fatto conoscere.
Alleluia.
Vangelo Gv 15, 12-17
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
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