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sabato 2 maggio 2020

DA CHI ANDREMO? / sant'Atanasio

Risurrezione di Tabità.

Il Signore accompagna gli evangelizzatori con segni e prodigi, e di fronte ai miracoli gli abitanti dei villaggi visitati si convertono al Signore. Il Signore conferma in questo modo la parola dell’Annuncio. Ma la fiducia che Dio ci chiede deve impegnare totalmente il cuore fin nel profondo. Se la fede ha molte buone ragioni razionali, e non è mai contraria alla ragione, va oltre. Senza la grazia non posso credere. È quello che ci presenta il Vangelo di oggi. Molti hanno seguito Gesù perché era affascinante, perché compiva miracoli, perché dava da mangiare, perché aveva fatto qualche grazia a un conoscente, perché la vita con lui era più bella e dolce, consolatoria. Ma Gesù vuole portare oltre le persone che Dio chiama. Dio non esclude, chiama. Ma nessuno può arrivare a Dio e credere in Gesù Messia appoggiandosi solo sulle proprie forze, sulla propria ragione. La difficoltà di passare alla fede, la vediamo in Pietro. Gesù ha moltiplicato i pani e molti vogliono seguirlo, ma Gesù dice che per questo bisogna assolutamente mangiare il suo corpo e bere il suo sangue per avere la vita. Nessuno comprende. Né la gente della folla, né gli apostoli. Molti non entrano nella logica che le cose di Dio, per natura, pur non essendo contrarie alla ragione la superano, e smettono di seguire Gesù. Anche gli apostoli sono scioccati, non capiscono, ma Pietro sa che vale la pena andare oltre, fidarsi. Non è il momento di tirare le conclusioni. Fin quando non è tutto chiaro e in pace, non cambiare. Il demonio può avere il permesso di metterti alla prova e creare confusione e dolore. È il momento di resistere e fare fiducia. Questo consiglio che sapevo essere di sant’Ignazio ha aiutato molto anche me. Quando qualcuno inizia un cammino di fede trova normalmente difficoltà. In genere propongo un tempo: cammina per un anno, poi tirerai le conclusioni. Dopo un anno, l’atto di umiltà e fiducia fatto e le esperienze positive vissute, permettono tranquillamente di perseverare. Questa mattina papa Francesco ha detto: in mezzo al guado del fiume, non cambiare cavallo.
Sant'Atanasio ha lottato fermo nella fede in un tempo di molta confusione. 

Prima Lettura   At 9, 31-42
La Chiesa si consolidava, e con il conforto dello Spirito Santo cresceva di numero.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 115
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

Canto al Vangelo  Gv 6,63.68
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.
 

Vangelo 
  Gv 6, 60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

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