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domenica 10 maggio 2020

GESU' E' DELUSO / V Domenica di Pasqua


 
La Chiesa è del Signore! Questo ci rassicura. Lui ci ha portato la salvezza e non ci abbandona. Lo dice come una consolazione. Quella del Signore che, come ha sottolineato papa Francesco l’altro giorno, ha tre caratteristiche: è vicinanza, sta nella verità, apre alla speranza.
Per il resto le letture, in particolare la prima e il Vangelo, ci mostrano che i cristiani non sono un granché. Il brano degli Atti riporta l’episodio famoso delle MORMORAZIONI (Gongusmos in greco. Pronunciata a denti stretti, senza conoscere il greco, indoviniamo il significato: mugugno) perché c'è ingiustizia nell’assistenza alle vedove. Gente che pochi giorni prima ha vissuto la Pentecoste, crede che la morte è vinta, che Gesù è il Signore e da la vita eterna, che ha ricevuto lo Spirito Santo, di fronte alla roba non perde il buon senso bassamente mondano di prima: un po’ di più agli amici, ai parenti, ai protetti, a chi dico io e meno agli altri. Primi giorni della vita della Chiesa e già la mentalità camorristica! Waow! Complimenti i cristiani e la loro vita nuova, i convertiti che vogliono convertire gli altri alla grande spiritualità!   
Gli Apostoli vedono il pericolo. Ingiustizia, ma anche divisione nella comunità, e discredito sulla predicazione. – Figurati, belle parole, ma io so come vanno le cose in questa parrocchia…  Comprendono che il loro primo servizio è quello dell’Annuncio e di prendere tempo per la preghiera. È vero, è preghiera tutto ciò che è fatto per il Signore, ma c'è anche il tempo necessario per lasciare tutto e ascoltare solo il Signore, approfondire la conoscenza delle Scritture. Ma comprendono anche che devono risolvere il problema perché la carità anche materiale è una funzione indispensabile della comunità dei redenti, della vita nuova in Cristo e non possono permettere che diventi una contro testimonianza. Allora sostituiscono quelle persone che se ne occupavano in modo un po’ disordinato, e lo affidano a persone di «buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza». Il meglio del meglio per il «servizio delle mense. »
Nel Vangelo di oggi, anche gli apostoli non si rivelano ancora un granché. Gesù è sorpreso, un po’ deluso: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? », non hai capito? Non hai cercato di conoscermi veramente, ma io sono stato solo un pretesto per nutrire le tue ambizioni o i tuoi piani di salvezza, hai avuto Dio continuamente con te e non te ne sei reso conto, e cerchi altrove la Vita in abbondanza per la quale sei stato creato e di cui ha bisogno il tuo cuore?
 Non è forse questo il nostro ritratto, la nostra condizione? Dio da sempre con noi, poi in modo straordinario dal giorno del nostro battesimo, e non lo conosciamo ancora. Lui ha cercato di farsi conoscere ma non abbiamo desiderato né voluto conoscerlo. Lui risponde con questo amore infinito: “Non sia turbato il tuo cuore. io non ti abbandono”. Meno male, perché, io che ho ricevuto tanto, agli occhi di Dio, la mia vita probabilmente assomiglia a tanti dialoghi che vivo con la gente: - Padre che peccati pozzo fa’? nun faccio nisciuno peccato! – Leggi la parola di Dio? – Dico la verità, come in confessione (siamo in confessione…). No! Non la leggo. Ma dico le preghiere, quando ho tempo. – Vai a messa? – Quando sì, quando no. Diciamo piuttosto spesso, padre, spesso una volta al mese… - Il tuo rapporto con Dio? – Tutto bene padre. Ma volevo chiederle: comm’aggia fa’ con questo mio marito … (con questa mia moglie… ).
Se Gesù è la Via non posso organizzare la mia vita secondo i miei piani. Devo seguire Lui perché la Via cammina, e se lo lascio andare, se non ho un contatto continuo con Lui, perdo la Via.

Prima Lettura  At 6, 1-7
Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.
Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».
Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 32

Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

Seconda Lettura  
1 Pt 2, 4-9

Voi stirpe eletta, sacerdozio regale. 
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso».
Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo.
Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

Canto al Vangelo
  Gv 14,6
Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità, la vita, dice il Signore:
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.

   
Vangelo  Gv 14, 1-12
Io sono la via , la verità e la vita.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».


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