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lunedì 4 maggio 2020

CHI ERO IO PER PORRE IMPEDIMENTO A DIO? / lunedì IV sett Pasqua



Pietro è andato a casa di Cornelio, un pagano e l'ha battezzato, lui e tutta la sua famiglia. In questo episodio e in tanti altri raccontati dagli Atti degli Apostoli ammiriamo l’audacia della Chiesa primitiva che si apre ad orizzonti nuovi, impensati finora. Anche se questa audacia non è compresa e sostenuta da tutti, ma dai profeti e dal discernimento degli Apostoli. Chi si affida più alle tradizioni, alle cose già fatte, a come si comportavano i genitori, la gente del villaggio, fa fatica a cambiare. E, veramente, è tutta la Chiesa che fa fatica. La voce dice a Pietro in visione: “Coraggio!” Pietro non ha bisogno di coraggio per uccidere e mangiare carne. Ma ha bisogno di coraggio per mangiare quella carne di animali ritenuti impuri dalla tradizione. Eppure Gesù aveva già detto: “nulla di ciò che entra nell’uomo lo rende impuro!” e così dichiarava puri tutti gli alimenti! (vedi Marco 7,18-19). Ma si sa! Ciò che è profondamente ancorato in te, fin dall’infanzia, resiste, comanda. E Pietro risponde col grido del cuore: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Andrebbe contro la religione del suo padre, contro l’insegnamento di sua madre. E non si può non obbedire alla mamma che ti ha plasmato col suo latte e i suoi baci, magari le sue paure e le sue minacce o manipolazioni, anche se sei stato chiamato Pietra della nuova Creazione, sei testimone della Risurrezione e le esperienze con Gesù ti hanno rivoluzionato la vita. Il Signore deve ripetere tre volte questa visione perché Pietro si convinca. Dal giorno della Pentecoste la Chiesa cammina con la Buona Notizia, ma anche verso la Buona Notizia. Non è arrivata! E Pietro si lascia evangelizzare, si sottomette all’esperienza nuova, e si sottomette alla Parola di Gesù, anche se se ne ricorda soltanto in un secondo tempo. Prima parla la mamma nelle viscere, nelle abitudini, poi il Signore viene alla memoria. Come accade ancora oggi! Ma è fondamentale per noi costatare che Pietro non prende decisione, e non propone poi alla Chiesa di Gerusalemme di cambiare abitudini senza cercare conferma nella Parola di Dio! Troppe cose si sono fatte e facciamo, anche nelle parrocchie, nella Chiesa, senza nessun confronto con la Parola di Dio.
“Dal profondo dei loro cuori” i fedeli circoncisi accolgono Pietro al suo ritorno a Gerusalemme con rimproveri sdegnati: “Cosa hai fatto? Ti rendi conto? Questo non si fa, sei eretico!…”
Ma la Chiesa primitiva è una Chiesa plasmata dalla Parola di Dio e sopratutto cosciente che la Risurrezione di Gesù, l’effusione dello Spirito Santo, producono una profonda rivoluzione e sono l’unica base per avere la Vita. Anche se la “mamma”, le tradizioni, sono visceralmente presenti e forti, questa Chiesa sa che Dio sorprende, crea cose nuove. Sanno di non sapere tutto, di non avere capito tutto.
Papa Francesco questa mattina ha usato una bellissima immagine: “La Chiesa è come un fiume. Alcuni sono più di questa parte, alcuni dell’altra parte, ma l’importante è che tutti siano dentro al fiume”. Questa è l’unità della Chiesa. Nessuno fuori, tutti dentro. Poi, con le peculiarità: questo non divide, non è ideologia, è lecito. Ma perché la Chiesa ha questa ampiezza di fiume? È perché il Signore così lo vuole.  … Tutti. Questo “tutti” è un po’ la visione del Signore che è venuto per tutti ed è morto per tutti. “Ma è morto anche per quel disgraziato che mi ha reso la vita impossibile?”. È morto pure per lui. “E per quel brigante?”: è morto per lui. Per tutti. E anche per la gente che non crede in lui o è di altre religioni: per tutti è morto. Quello non vuol dire che si deve fare proselitismo: no. Ma Lui è morto per tutti, ha giustificato tutti.
C’era una professoressa che quando era in difficoltà per tante cose, e c’erano dei partiti, diceva: “Ma Cristo è morto per tutti: andiamo avanti!”. La capacità costruttiva …

Prima Lettura  At 11, 1-18
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!». 

Salmo Responsoriale
   Dai Salmi  41 e 42
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.
Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. 

Canto al Vangelo 
   Gv 10,14
Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.

Vangelo
 
  Gv 10, 11-18
Il buon pastore offre la vita per le pecore.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». 

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