Listra, Antiochia, Iconio, Derbe, Perge,
Attàlia… Dopo la risurrezione, l’avventura della Chiesa
è qualcosa di straordinario. Un’esperienza continua di meraviglie. In ogni città
visitata, tante persone aderiscono alla fede e diventano una presenza, un germe
di verità per il mondo intero. Si alza un’alba nuova sull’Umanità. Si apre una
via finora inesplorata! Fin da sempre si comprendeva il beneficio dello
sforzo, del rischio, del lavoro su sé stesso. I latini dicevano “per aspra ad
astra” (per le vie difficili fino alle stelle), oppure “per angusta ad augusta”
(per le vie strette alle cose grandi e maestose). Anche la morte dell’eroe guerriero era considerata gloriosa e lo immortalava nella storia. Ma la croce, il morire senza difendersi,
accettare di essere condannato senza colpa e senza difendersi? Com'è possibile che
annunciare la croce scelta liberamente sia una Buona Notizia? Certo, la ragione si può avvicinare alla croce. Pare che Marx abbia detto che il
Cristianesimo è la dialettica più elaborata. Ma senza la grazia, senza l’incontro
con il Dio vivente, con Cristo risorto, nessuno arriva al cuore del Cristianesimo. Nessuno da solo può fidarsi
della croce, quella vera che attraversa realmente la morte, non quelle croci di cui
ci lamentiamo e che sono solo fastidi, magari pesantissimi. Senza lo Spirito
Santo non si può nemmeno crederci. Magari si gira attorno. Nietzsche ha visto
in Gesù Cristo il Superuomo perché è stato coerente con sé stesso fino all’ultimo.
Ma è una posizione da disperato. Infatti Nietzsche è finito folle.
Ma Gesù annuncia altro. Durante l’ultima Cena, mentre
il clima attorno e, inevitabilmente, anche tra i discepoli, si è fatto cupo e
pesante, quando Gesù sa che Giuda è uscito per andare a tradirlo e certamente intuisce che ci saranno i soldi di mezzo, ecco che
Gesù fa questa uscita: “Vi lascio la
pace. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore!” Come si fa a
dire questo? La pace donata da Gesù non è la pace del mondo che richiede
condizioni, circostanze, beni materiali, relazioni positive, che sempre possono
rivelarsi deludenti ed essere travolte. Come diceva papa Francesco questa mattina,
non è nemmeno la pace mia interiore conquistata con lo sforzo mentale o di
volontà. È frutto dell’abbandono a Dio perché lo conosco sempre di più. È sapere che il
Signore ha fatto alleanza con me e anche attraverso la croce non mi
abbandonerà perché Lui ha vinto il mondo.
Prima
Lettura At 14, 19-28
Riferirono alla Chiesa quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.
Riferirono alla Chiesa quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.
In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.
Ti
lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per
far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Canti
la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.
Canto al Vangelo Lc 24,46.26
Alleluia, alleluia.
Il Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.
Vangelo Gv 14,27-31
Vi do la mia pace.
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.
Canto al Vangelo Lc 24,46.26
Alleluia, alleluia.
Il Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.
Vangelo Gv 14,27-31
Vi do la mia pace.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
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