Celebrazione oggi sulla tomba di Giovanni Paolo II. |
Questa mattina, prima celebrazione con
le Suore e alcune persone, regolarmente distanziate, con mascherina. Che emozione,
anche se io ho potuto celebrare da solo ogni giorno. La Ekklesia è di natura
sua Assemblea, come dice il suo nome appunto. E poi la riapertura è un segno di
rinascita anche se sappiamo che nulla è finito e che la prudenza deve
raddoppiare. Ma oggi è la gioia che prevale. L’antifona di ingresso recitava: “Cristo
risorto più non muore, la morte non ha più potere su di lui, alleluia”.
Davvero Cristo è risorto! È ciò che ci ha sostenuto e ci sosterrà sempre.
Papa Francesco ha celebrato questa mattina
sulla tomba di papa Giovanni Paolo II, in san Pietro. Quanta gratitudine a Karol
Wojtyla, ai suoi genitori e formatori, a tutte le persone che lo hanno sostenuto
nel suo cammino di fede! Ma a lui particolarmente la gratitudine di essere stato
un così grande segno per la mia fede. Davvero, è stato segno fin dalla sua
elezione. E la sua elezione l’ha fatta la Chiesa, non lui. La sua elezione ha
cominciato a cambiare il mio sguardo sulla Chiesa che si mostrava coraggiosa e
capace di incidere sulla Storia andando a prendere un vescovo per Roma oltre i
confini italiani e, addirittura, oltre la tanto temuta cortina di ferro. Siamo sempre
Chiesa, mai soli, mai senza comunione con i pastori e i pastori con il loro popolo.
La grazia, certo, sempre! Ma ricordo
una riflessione del non ancora Cardinale Joseph Cordes. Erano gli anni '90 e ci chiedeva, un gruppo di
preti, di pregare per il Papa: “pregate per lui. È vero c'è la grazia, ma questo
grazia passa attraverso la fatica di un uomo e il suo coraggio. E il suo
servizio è pesante. Ha bisogno delle vostre preghiere.” Gratitudine all'uomo Karol Wojtyla per la sua fedeltà cuore, intelligenza, forze alla grazia e al servizio che gli è stato affidato.
Questa grazia che è arrivata fino a
noi, ma che ci è affidata e potrà fiorire anche nella misura della
nostra fedeltà.
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