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venerdì 17 novembre 2017

SANTA ELISABETTA DI UNGHERIA : SI PUO' RINUNCIARE A TUTTO?

Le letture oggi ripetono che non cerchiamo Dio, fermandoci invece al piano inferiore, affascinati dalle sue creature, dando loro culto, quando non ci accontentiamo nel concreto di soddisfare le nostre passioni le più elementari, mangiare, bere, calcio, pettegolezzo, stampa del cuore, matrimonio da favola, ecc. E il Creatore di tutto questo? Eppure se è bello il fiore o il cielo, quanto più bello sarà chi li ha creati e quanto si starà bene al suo cospetto! Leggiamo parola per parola questo brano del libro della Sapienza e meditiamolo nella sua limpidezza salutare.

Santa Elisabetta, invece, aveva tutto dal mondo, figlia di re, sposata ad un piccolo sovrano bavarese. Ma incontra la bellezza della vera Vita, del vero Regno, attraverso l’ideale di san Francesco e perde la
sua vita per mantenerla viva. Poteva essere una comoda Dama di Opere Pie, ma il Vangelo dice altro e lei ha creduto al Vangelo. E' impressionante il numero di Sovrani che nella scia di san Francesco hanno sentito il richiamo del Vangelo fino alla santità. Questo c'era anche fin dai primi secoli della Chiesa, anche perché, a confronto con la cultura pagana, sentivano quanto seguire il Vangelo era entrare nella modernità, nella razionalità e nel progresso. Sembra che molti oggi vogliano ritornare al paganesimo, ma di fatto è un regresso spaventoso.

Ahinoi, tutti consacrati a Dio dal battesimo, forse abbiamo anche fatto solenne professione del Vangelo. Perché non conosciamo Dio, la sua bellezza, e mettiamo al primo posto la nostra vita, aggrappati ad essa e ai nostri idoli, spesso molto piccoli?

Visto che io per primo sono incapace di perdere la mia vita con un atto libero della volontà farò così, dirò a Dio: “Signore, ti do il permesso di fare oggi tutto ciò che ti piace nella mia vita perché credo che mi ami e voglio stare con te, voglio essere salvato. Anche se sono tanto debole, confuso e contraddittorio, ho nostalgia di Te”.


Prima Lettura   Sap 13, 1-9
Se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?

Dal libro della Sapienza
Davvero vani per natura tutti gli uomini
che vivevano nell’ignoranza di Dio,
e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è,
né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice.
Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce,
la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo
essi considerarono come dèi, reggitori del mondo.
Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro sovrano,
perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia,
pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si contempla il loro autore.
Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi facilmente s’ingannano
cercando Dio e volendolo trovare.
Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura
e si lasciano prendere dall’apparenza
perché le cose viste sono belle.
Neppure costoro però sono scusabili,
perché, se sono riusciti a conoscere tanto
da poter esplorare il mondo,
come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 18 
I cieli narrano la gloria di Dio. 


I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. 

Canto al Vangelo   
Lc 21,28 
Alleluia, alleluia.

Risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.
Alleluia.


Vangelo  
 Lc 17,26-37
Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

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