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domenica 19 novembre 2017

COLUI CHE HA RICEVUTO MENO DI TUTTI VIENE PURE RIMPROVERATO; LA PARABOLA DEI TALENTI / XXXIII DOMENICA DEL T. O.

La figura di donna che presenta la prima lettura è meravigliosa. Sappiamo che Dio ha usato allo stesso modo la mediazione degli uomini e delle donne per portare avanti la Storia della nostra Salvezza. E la Bibbia “loda la donna virtuosa”. Ma le donne devono credere alla loro forza e non lasciarsi sopraffare dalla loro sensibilità, pur preziosa.

Nella parabola dei talenti del Vangelo di oggi colpisce che chi ha ricevuto di  meno è colui che poi viene rimproverato. Sembra molto duro. È infatti un pungolo per tutti noi. Ma è anche un incoraggiamento molto forte. Come mai? La maggior parte di noi non si identifica in chi ha ricevuto molti talenti, ma ci sentiamo sinceramente impari, ci manca sempre qualcosa, ci sentiamo insicuri. Non solo, ma spesso, troviamo anche mille scuse per non impegnarci fino in fondo. E invece il più povero tra noi ha un talento da spendere, da mettere a frutto. Conta per Dio, è prezioso ai suoi occhi. Dio conta su di lui. Dio conta veramente su di te! Rimbocchiamoci dunque le maniche perché finora abbiamo fatto poco, come dice san Francesco; non scoraggiamoci nel fare il bene (anche piccolo e non notato dagli altri, almeno così ci pare) e a suo tempo mieteremo, ci dice san Paolo. Ovviamente si tratta di fare il bene e non il male. Non basta rischiare, ma bisogna lasciarci guidare dalla Sapienza di Dio e dalla fede in Lui. 


Ma è vero che sono i piccoli volenterosi che portano il Regno di Dio. Il Signore vuole che abbiamo questo sguardo sul povero – che deve senz’altro ricevere – perché anche lui è un fratello e, oltre ad aprirci le porte del paradiso in cambio della nostra beneficenza, ha qualcosa da dare e sarà contento di poterlo fare. Questa è la Chiesa, questa è la chiave dell’integrazione di cui si parla tanto.  

Mi piace l’interpretazione che vede in ogni talento un parola evangelica che viene ricevuta e deve essere restituita sperimentata. Per questo motivo san Matteo dice che ognuno, per ogni talento ricevuto, restituisce solo un altro talento: è quella parola vissuta, messa a frutto. Solo il Vangelo messo in pratica può cambiarci.

Prima Lettura  Pr 31,10-13.19-20.30-31
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.

Dal libro dei Proverbi
Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 127
Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

Seconda Lettura  
1 Ts 5,1-6
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

Canto al Vangelo
  Gv 15,4.5
Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.



Vangelo  Mt 25,14-30 (Forma breve Mt 25,14-15.19-21)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal vangelo secondo Matteo
[ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. ]
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
[ Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. ]
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

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