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mercoledì 1 novembre 2017

COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI: COSA DICE VERAMENTE LA CHIESA?

Si sentono cose orribili, c'è anche molta disinformazione, più o meno voluta: un sacerdote riceve in confessione una persona sconosciuta, che gli espone la sua situazione di divorziato risposato ed egli, al primo incontro, da a questa persona l’assoluzione e le dice: “va a fare la comunione”. Una blogger di successo scrive che papa Francesco nei suoi discorsi apre alle convivenze pretendendo che non è poi così importante sposarsi, mentre lei dice a tutti di sposarsi perché il sacramento porta la forza della grazia che il papa trascura, ecc.

Con comportamenti o discorsi così, si fa un danno terribile alle persone!
È tempo di conoscere “Amoris Laetitia” e di cominciare a riceverne il vero messaggio nella sua bellezza e verità. Mi impegnerò su questo blog a farlo conoscere. Cominciamo con la quasi fine, con
ciò che ha fatto discutere e scrivere di più perché purtroppo, molti malcapitati non hanno letto tutto il testo di Amoris Laetitia ma solo un capitolo o forse solo una nota di questo capitolo: quello che riguarda la comunione ai divorziati risposati.
Do di seguito una traduzione delle indicazioni al riguardo dei vescovi della Regione Ecclesiastica di Buenos Aires del 5 settembre 2016 (ho preso come base la traduzione di Mauro Leonardi ritoccandola in alcuni punti anche se, con la sua traduzione sul suo blog “Come Gesù” il senso globale non cambia). Il papa, in una lettera di risposta, pubblicata sull'Osservatore Romano, ha dato al testo Criterios básicos ...  la sua approvazione diretta. Sotto la traduzione italiana si troverà sia il testo spagnolo dei vescovi argentini che la lettera del papa in lingua originale.
Le indicazioni più redenti dei vescovi di Malta sono più dettagliate e “ribloggherò” anche queste. 

In data 5 settembre 2016 i vescovi della Regione Ecclesiastica di Buenos Aires hanno consegnato ai loro sacerdoti un testo dal titolo “Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetitia”. Il testo fu inviato al Papa e lo stesso giorno Francesco rispondeva con una lettera nella quale scriveva : “Il testo è molto buono ed esplicita in modo completo e assennato il capitolo VIII di Amoris laetitia. Non c’è altra interpretazione. Sono sicuro che farà molto bene”.
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Criteri di base per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris Laetitia
Cari sacerdoti,
abbiamo ricevuto con gioia l’esortazione Amoris Laetitia che ci spinge in primo luogo a far crescere l’amore degli sposi e a motivare i giovani affinché scelgano il matrimonio e la famiglia. Questi sono i grandi temi che mai dovrebbero essere trascurati né rimanere offuscati da altre questioni. Francesco ha aperto diverse porte nell’ambito della pastorale familiare e siamo chiamati ad approfittare di questo tempo di misericordia e a farcene carico come Chiesa.
Di seguito ci soffermeremo solo sul capitolo VIII poiché fa riferimento ad “orientamenti del Vescovo” (300) in ordine al discernimento sul possibile accesso ai sacramenti di alcuni “divorziati che vivono una nuova unione”. Pensiamo opportuno, come vescovi di una medesima regione pastorale, avere in comune alcuni criteri minimali. Li offriamo senza pregiudicare dell’autorità che ogni Vescovo ha nella propria Diocesi per precisarli, completarli oppure limitarli.
1) Innanzitutto vogliamo ricordare che non è opportuno parlare di “permesso” per accedere ai sacramenti, ma di un processo di discernimento accompagnati da un pastore. Questo discernimento è «personale e pastorale» (300).
2) In questo percorso, il pastore deve porre l’accento sull’annuncio fondamentale, il kerygma, che stimoli o rinnovi l’ incontro personale con Gesù Cristo vivo (cfr. 58).
3) L’accompagnamento pastorale è un esercizio dalla «via caritatis». È un invito a seguire «la via di Gesù, che è quella della misericordia e dell’integrazione» (296). Questo itinerario esige la carità pastorale del sacerdote che accoglie il penitente, lo ascolta attentamente e gli mostra il volto materno della Chiesa, mentre, contemporaneamente, accetta la sua retta intenzione e il suo buon proposito di collocare tutta la propria vita alla luce del Vangelo e di praticare la carità (cfr. 306).
4) Questo cammino non finisce necessariamente nell’accesso ai sacramenti, ma può orientarsi ad altre forme di maggiore integrazione nella vita della Chiesa: una maggior presenza nella comunità, la partecipazione a gruppi di preghiera o di meditazione, l’impegno in vari servizi ecclesiali, ecc. (cfr. 299)
5) Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendono fattibile, in particolare quando entrambi sono cristiani con un cammino di fede, si può proporre l’impegno di vivere la continenza sessuale. Amoris laetitia non ignora le difficoltà di questa scelta (cfr. nota 329) e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della Riconciliazione quando non si riesca a mantenere questo proposito (cfr. nota 364, secondo gli insegnamenti di san Giovanni Paolo II al Cardenale W. Baum, del 22/03/1996).
6) In altre circostanze più complesse, e quando non si è potuta ottenere la dichiarazione di nullità, l’opzione appena menzionata può di fatto non essere percorribile. Ciò nonostante, è ugualmente possibile un percorso di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in un determinato caso, ci sono dei limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr. 301-302), particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in ulteriori mancanze danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetítía apre la possibilità dell’ accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’ Eucarestia (cfr. nota 336 y 351). Questi, a loro volta, dispongono la persona a continuare il processo di maturazione e a crescere con la forza della grazia.
7) Ma bisogna evitare di intendere questa possibilità come un accesso senza restrizioni ai sacramenti, o come se qualsiasi situazione lo giustificasse. Quello che viene proposto è un discernimento che distingua adeguatamente caso per caso. Per esempio, speciale attenzione richiede «una nuova unione che viene da un recente divorzio» o «la situazione di chi è ripetutamente venuto meno ai propri impegni familiari» (298). O, ancora, quando c’è una sorta di apologia o di ostentazione della propria situazione «come se facesse parte dell’ ideale cristiano» (297). In questi casi più difficili, i pastori devono accompagnare le persone con pazienza cercando un qualche cammino di integrazione (cfr. 297, 299).
8) È sempre importante orientare le persone a mettersi con la propria coscienza davanti a Dio, e a questo fine è utile l’ «esame di coscienza» che propone Amoris Laetitia (cfr. 300), specialmente per ciò che si riferisce a «come ci si è comportati con i figli» o con il coniuge abbandonato. Quando ci sono state ingiustizie non risolte, l’accesso ai sacramenti risulta di particolare scandalo.
9) Può essere opportuno che un eventuale accesso ai sacramenti si realizzi in modo riservato, soprattutto quando si prevedono situazioni conflittuali. Ma allo stesso tempo non bisogna smettere di accompagnare la comunità per aiutarla a crescere in spirito di comprensione e di accoglienza, badando bene a non creare confusioni a proposito dell’insegnamento della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio. La comunità è strumento della misericordia che è «immeritata, incondizionata e gratuita» (297).
10) Il discernimento non si conclude, perché «è dinamico e deve rimanere sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno» (303), secondo la «legge della gradualità» (295) e confidando nell’aiuto della grazia.
Siamo innanzitutto pastori. Per questo vogliamo fare nostre queste parole del Papa: «Invito i pastori ad ascoltare con affetto e serenità, con il desiderio sincero di entrare nel cuore del dramma delle persone e di comprendere il loro punto di vista, per aiutarle a vivere meglio e a riconoscere il loro proprio posto nella Chiesa» (312).
Con affetto in Cristo.
I vescovi della Regione
5 settembre 2016
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Qui di seguito l’intero testo originale
Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetitia
Estimados sacerdotes:
Recibimos con alegría la exhortación Amoris laetitia, que nos llama ante todo a hacer crecer el amor de los esposos y a motivar a los jóvenes para que opten por el matrimonio y la familia. Esos son los grandes temas que nunca deberían descuidarse ni quedar opacados por otras cuestiones. Francisco ha abierto varias puertas en la pastoral familiar y estamos llamados a aprovechar este tiempo de misericordia, para asumir como Iglesia
Ahora nos detendremos sólo en el capítulo VIII, dado que hace referencia a «orientaciones del Obispo» (300) en orden a discernir sobre el posible acceso a los sacramentos de algunos «divorciados en nueva unión». Creemos conveniente, como Obispos de una misma Región pastoral, acordar algunos criterios mínimos. Los ofrecemos sin perjuicio de la autoridad que cada Obispo tiene en su propia Diócesis para precisarlos, completarlos o acotarlos.
1) En primer lugar recordamos que no conviene hablar de «permisos» para acceder a los sacramentos, sino de un proceso de discernimiento acompañado por un pastor. Es un discernimiento «personal y pastoral» (300).
2) En este camino, el pastor debería acentuar el anuncio fundamental, el kerygma, que estimule o renueve el encuentro personal con Jesucristo vivo (cf. 58).
3) El acompañamiento pastoral es un ejercicio de la «via caritatis». Es una invitación a seguir «el camino de jesús, el de Ja misericordia y de la integración» (296). Este itinerario reclama la caridad pastoral del sacerdote que acoge al penitente, lo escucha atentamente y le muestra el rostro materno de la Iglesia, a la vez que acepta su recta intención y su buen propósito de colocar la vida entera a la luz del Evangelio y de practicar la caridad (cf. 306).
4) Este camino no acaba necesariamente en los sacramentos, sino que puede orientarse a otras formas de integrarse más en la vida de la Iglesia: una mayor presencia en la comunidad, la participación en grupos de oración o reflexión, el compromiso en diversos servicios eclesiales, etc. (cf. 299).
5) Cuando las circunstancias concretas de una pareja lo hagan factible, especialmente cuando ambos sean cristianos con un camino de fe, se puede proponer el empeño de vivir en continencia. Amoris laetitia no ignora las dificultades de esta opción (cf. nota 329) y deja abierta la posibilidad de acceder al sacramento de la Reconciliación cuando se falle en ese propósito (cf. nota 364, según la enseñanza de san Juan Pablo 11 al Cardenal W. Baum, del 22/03/1996).
6) En otras circunstancias más complejas, y cuando no se pudo obtener una declaración de nulidad, la opción mencionada puede no ser de hecho factible. No obstante, igualmente es posible un camino de discernimiento. Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetítía abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia.
7) Pero hay que evitar entender esta posibilidad como un acceso irrestricto a los sacramentos, o como si cualquier situación lo justificara. Lo que se propone es un discernimiento que distinga adecuadamente cada caso. Por ejemplo, especial cuidado requiere «una nueva unión que viene de un reciente divorcio» o «la situación de alguien que reiteradamente ha fallado a sus compromisos familiares» (298). También cuando hay una suerte de apología o de ostentación de la propia situación «como si fuese parte del ideal cristiano» (297). En estos casos más difíciles, los pastores debemos acompañar con paciencia procurando algún camino de integración (cf. 297, 299).
8) Siempre es importante orientar a las personas a ponerse con su conciencia ante Dios, y para ello es útil el «examen de conciencia» que propone Amoris /aetitia 300, especialmente en lo que se refiere a «cómo se han comportado con sus hijos» o con el cónyuge abandonado. Cuando hubo injusticias no resueltas, el acceso a los sacramentos es particularmente escandaloso.
9) Puede ser conveniente que un eventual acceso a los sacramentos se realice de manera reservada, sobre todo cuando se prevean situaciones conflictivas. Pero al mismo tiempo no hay que dejar de acompañar a la comunidad para que crezca en un espíritu de comprensión y de acogida, sin que ello implique crear confusiones en la enseñanza de la Iglesia acerca del matrimonio indisoluble. La comunidad es instrumento de la misericordia que es «inmerecida, incondicional y gratuita» (297).
10) El discernimiento no se cierra, porque «es dinámico y debe permanecer siempre abierto a nuevas etapas de crecimiento y a nuevas decisiones que permitan realizar el ideal de manera más plena» (303), según la «ley de gradualidad» (295) y confiando en la ayuda de la gracia.
Somos ante todo pastores. Por eso queremos acoger estas palabras del Papa: «Invito a los pastores a escuchar con afecto y serenidad, con el deseo sincero de entrar en el corazón del drama de las personas y de comprender su punto de vista, para ayudarles a vivir mejor y a reconocer su propio lugar en la Iglesia» (312).
Con afecto en Cristo.
Los Obispos de la Región
05 de septiembre de 2016
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Carta del Papa Francisco en respaldo a los criterios de aplicación del capítulo VIII de «Amoris laetitia»
Vatícano, 5 de septiembre de 2016
Mons. Sergío Alfredo Fenoy
Delegado de la Regíón Pastoral Buenos Aires
Querido hermano:
Recibí el escrito de la Región Pastoral Buenos Aires «Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetítia». Muchas gracias por habérmelo enviado; y los felicito por el trabajo que se han tomado: un verdadero ejemplo de acompañamiento a los sacerdotes… y todos sabemos cuánto es necesaria esta cercanía del obispo con su clero y del clero con el obispo. El prójimo «más prójimo» del obispo es el sacerdote, y el mandamiento de amar al prójimo como a sí mismo comienza para nosotros obispos precisamente con nuestros curas.
El escrito es muy bueno y explícita cabalmente el sentido del capítulo VIII de Amoris laetitia . No hay otras interpretaciones. Y estoy seguro de que hará mucho bien. Que el Señor les retribuya este esfuerzo de caridad pastoral.
Y es precisamente la caridad pastoral la que nos mueve a salir para encontrar a los alejados y, una vez encontrados, a iniciar un camino de acogida, acompañamiento, discernimiento e integración en la comunidad eclesial. Sabemos que esto es fatigoso, se trata de una pastoral «cuerpo a cuerpo» no satisfecha con mediaciones programáticas, organizativas o legales, si bien necesarias. Simplemente acoger, acompañar, discernir, integrar. De estas cuatro actitudes pastorales, la menos cultivada y practicada es el discernimiento; y considero urgente la formación en el discernimiento, personal y comunitario, en nuestros Seminarios y Presbiterios.
Finalmente quisiera recordar que Amoris laetitia fue el fruto del trabajo y la oración de toda la Iglesia, con la mediación de dos Sínodos y del Papa. Por ello les recomiendo una catequesis completa de la Exhortación que ciertamente ayudará al crecimiento, consolidación y santidad de la familia.
Nuevamente les agradezco el trabajo hecho y los animo a seguir adelante, en las diversas comunidades de las diócesis, con el estudio y la catequesis de Amoris laetitia.
Por favor, no se olviden de rezar y hacer rezar por mí.
Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide.
Fraternalmente,
Francisco

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