Visualizzazioni totali

martedì 7 novembre 2017

AMARE = STIMARE / martedì XXXI sett. T. O.

“Gareggiate nello stimarvi a vicenda”. Tra tutte le preziosissime indicazioni, esortazioni e consigli che ci da san Paolo oggi, una cosa ritiene la mia attenzione. In questi giorni di crisi catalana, sono andato sul sito della Diocesi di Barcellona a vedere ciò che dicono i vescovi e ho scoperto che in catalano il primo verbo per tradurre “amare” è “estimar”. “Jesùs nos estima amb tot el seu cor” “Gesù ci ama con tutto il suo cuore”. Questa curiosità linguistica ci fa ricordare quanto lo stimare una persona fa parte dell’amarla. È una realtà profonda che dimentichiamo molto facilmente, come l’inseparabilità tra “amare” e “onorare”!

Ancora san Paolo dice: “Benedite coloro che vi perseguitano”, cioè “parlate bene”. Insiste Paolo:
 “Parlate bene e non parlate male”. In questi giorni mi sembra utile ribadire una esortazione: Parlate bene del Papa, parlate bene e non parlate male! Così fecero tutti i santi, nessuno escluso. Vorrà pur dire qualcosa! Padre Pio che è stato perseguitato dalla Chiesa, diciamo messo alla prova in modo severo, non ha mai permesso ai suoi amici e devoti di dire una parola contro la Chiesa, contro il Vaticano e il Papa. San Girolamo che era un carattere focoso, già nel 300 dopo Cristo diceva: “sia chiaro, io sto con il Papa”, santa Caterina da Siena che avrebbe avuto molti motivi di lamentarsi dei papi del suo tempo non si è mai permesso una parola di critica, san Francesco la cui vita era tutta una critica evangelica all’andazzo della Chiesa di allora e della Curia Romana, fece della sottomissione (rispettosa) alla Chiesa uno dei pilastri del suo carisma di minorità e cattolicità. Nel suo “Piccolo Testamento” fece scrivere:
"Scrivi che benedico tutti i miei frati che sono ora nell'Ordine e quelli che vi entreranno fino alla fine del mondo.
Siccome non posso parlare a motivo della debolezza e per la sofferenza della malattia, brevemente manifesto ai miei frati la mia volontà in queste tre esortazioni.
Cioè: in segno di ricordo della mia benedizione e del mio testamento,
sempre si amino tra loro, sempre amino ed osservino la nostra signora la santa povertà, sempre siano fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa Madre Chiesa".

Infatti la caratteristica del cattolico è di essere con il Papa e non criticarlo, mentre “la caratteristica del protestante è di criticarlo” (metto tra virgolette perché diranno loro quello che è la loro caratteristica, quello che è sicuro è che non credono che il Papa di Roma sia incaricato oggi di confermare i suoi fratelli, come noi lo crediamo). Invece, va di moda oggi proclamarsi “vero cattolico” nella misura in cui si critica papa Francesco. È veramente molto strano che per essere un buon cattolico antiprotestante sia necessario essere un protestante!
 Prima Lettura  Rm 12, 5-16a
Siamo membra gli uni degli altri.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.
Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 130
Custodiscimi, Signore, nella pace. 


Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.

Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.

Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.     

Canto al Vangelo 
 Mt 11,28  
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 14, 15-24
Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».    

Nessun commento:

Posta un commento